Sigarette, è dura abbandonarle: i dati preliminari 2008 del sistema di sorveglianza Passi
Nell’ultimo anno, quasi la metà dei fumatori ha provato a smettere. Solo il 7%, però, ci è già riuscito, anche se quasi sempre senza il sostegno dei servizi sanitari. È buona la percezione del rispetto del divieto di fumo nei locali pubblici e sui luoghi di lavoro, ma con forti differenze geografiche. Sono alcuni dei nuovi dati 2008 sull’abitudine al fumo prodotti dal sistema di sorveglianza Passi
Scarica la scheda fronte-retro per gli operatori (pdf 505 kb).
28 maggio 2009 - Molti ci provano, pochi ci riescono. Nel corso del 2008, ben il 42% dei fumatori ha tentato di abbandonare le “bionde”, con esiti purtroppo negativi nella grande maggioranza dei casi. Solo il 3% dei fumatori è infatti riuscito a dire basta una volta per tutte. Un altro 4%, anche se non fuma più, non può ancora essere considerato ex fumatore (secondo le indicazioni dell’Oms) perché ha smesso da meno di sei mesi. Tutti gli altri hanno invece ceduto di nuovo alla tentazione e sono tornati dal tabaccaio.
Un aiuto concreto per abbandonare la nicotina potrebbe venire dai medici e dagli operatori sanitari, che però non sempre (6 volte su 10 circa) consigliano ai fumatori di smettere. Inoltre, il sostegno dei servizi sanitari non sembra ancora una risorsa molto utilizzata, se è vero che – tra chi ha smesso – meno dell’1% riferisce di esserci riuscito partecipando a corsi organizzati dalle Asl. Addirittura il 96% dichiara infatti di aver chiuso con il fumo da solo.
Per quanto riguarda il fumo passivo, la legge anti-fumo nei locali pubblici continua a funzionare bene, anche se il divieto non sembra rispettato in modo omogeneo su tutto il territorio. In ambito domestico, più di 1 italiano su 4 riferisce che nella propria casa è consentito fumare, a volte pur in presenza di un minore di 14 anni.
Sono alcune delle informazioni sul fumo rese disponibili dai dati preliminari 2008 del sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), un’iniziativa promossa dal ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali e realizzata dalle Regioni e Province autonome italiane con il coordinamento del Centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità. L’obiettivo è tenere sotto osservazione l’evoluzione dei maggiori fattori di rischio per la salute della popolazione italiana.
La legge anti-fumo e il supporto degli operatori
Un aiuto per tentare di vincere la dipendenza dal tabacco viene indubbiamente dal divieto di fumo nei locali pubblici e sui luoghi di lavoro, entrato in vigore più di quattro anni fa. Nel 2008, quasi 9 intervistati su 10 ritengono che il divieto di fumare al lavoro, al bar, al pub o al ristorante venga rispettato. Come già rilevato nel 2007, però, la percezione del rispetto della legge varia da Regione a Regione, in particolare diminuendo da nord a sud. La percentuale di intervistati che considera rispettato “sempre o quasi sempre” il divieto nei locali pubblici è massima nella P.A. di Trento (96%) e minima in Campania (76%). Tra coloro che lavorano in ambienti chiusi, questa percentuale è massima nella P.A. di Bolzano (94%) e minima in Molise (77%).
Per quanto riguarda l’aiuto fornito dagli operatori, il 59% dei fumatori dichiara di aver ricevuto, negli ultimi 12 mesi, il consiglio di smettere da parte di un medico o di un operatore sanitario. Facendo un confronto tra Regioni, stavolta i consigli sembrano più frequenti in Campania (68%) e meno assidui, invece, nella P.A. di Trento (52%).
Fumo in casa
Nel 2008, il 26% degli intervistati riferisce che nella propria abitazione si può fumare. In tre quarti dei casi, però, questa abitudine è consentita solo in determinate stanze, orari o situazioni. La percentuale di case in cui abita un minore di 14 anni e in cui si fuma, con o senza limitazioni, è del 18%.
L’abitudine al fumo
Secondo i numeri raccolti dalle Asl che partecipano al sistema di sorveglianza Passi, nel 2008 i fumatori costituiscono il 29% degli intervistati. Si tratta di un’abitudine più diffusa negli uomini, nei giovani con meno di 35 anni, nelle persone con livello di istruzione medio-basso e tra chi ha difficoltà economiche. In media, ogni fumatore dichiara di fumare 13 sigarette al giorno. Ben 7 fumatori su 100, inoltre, sono “forti fumatori”: consumano, cioè, più di 20 sigarette al giorno. Facendo un confronto tra le diverse Regioni, infine, la prevalenza di fumatori più bassa si registra nella P.A. di Trento e in Veneto (24%), quella più alta invece nel Lazio (33%).
Che cos’è il sistema di sorveglianza Passi?
Nel 2006, il ministero della Salute ha affidato al Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità il compito di sperimentare un sistema di sorveglianza della popolazione adulta (Passi, Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia). L’obiettivo è stimare la frequenza e l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre alla diffusione delle misure di prevenzione. Tutte le 21 Regioni o Province autonome hanno aderito al progetto. Un campione di residenti di età compresa tra 18 e 69 anni viene periodicamente estratto con metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie. Personale delle Asl, specificamente formato, effettua interviste telefoniche (circa 25 al mese per ogni Asl) con un questionario standardizzato. I dati vengono poi trasmessi in forma anonima via internet e registrati in un archivio unico nazionale. Nel 2007 sono state realizzate 22 mila interviste, 37 mila nel 2008. A maggio 2009, sono state raccolte complessivamente quasi 70 mila interviste.
La raccolta continua permette di verificare quanti italiani adottano corretti stili di vita per prevenire le maggiori malattie cronico-degenerative e quindi di monitorare l’effetto delle attività di prevenzione. Dalla popolazione di età compresa tra 18 e 69 anni, infatti, Passi raccoglie conoscenze, atteggiamenti e pratiche su molti importanti aspetti legati alla prevenzione: rischio cardiovascolare, screening oncologici, attività fisica, abitudini alimentari, consumo di alcol, fumo, sicurezza stradale, salute mentale, incidenti domestici, vaccinazione antinfluenzale e per la rosolia.
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