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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

Risultati studio trasversale Passi 2006 e avvio della sorveglianza

workshop - 11 ottobre 2006

 

L’incontro è stata l’occasione per presentare e analizzare i risultati dello Studio Passi 2006, confrontandoli quando possibile con quelli del 2005. È stato esaminato anche lo stato dell’arte della messa a regime del Sistema di sorveglianza Passi, alla luce delle valutazioni fatte.

 

Lo Studio Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) partito a inizio 2005 e condotto a livello nazionale, si inserisce nel programma del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm), che riconosce tra i propri obiettivi strategici quello di sostenere il Paese per l’adozione di stili di vita sani, attraverso l’individuazione dei modelli operativi più efficaci e la verifica del raggiungimento di obiettivi di salute conseguenti.

 

Secondo Paolo D’Argenio (ministero della Salute), Passi rappresenta uno strumento utile per affrontare il problema delle malattie croniche sia dal punto di vista dell’informazione, sia da quello più complesso della pianificazione delle strategie di sanità pubblica. Stefania Salmaso (direttore del Cnesps) sottolinea come il progetto Passi stia procedendo nella giusta direzione: un’esperienza sul campo fondamentale per definire un sistema nuovo per l’Italia.

 

Nel corso del workshop, i partecipanti sono stati invitati a esprimere una propria valutazione dei temi proposti durante la giornata. Sono stati così costituiti quattro gruppi di lavoro, strutturati sulla base dell’area geografica di provenienza, per garantire una maggiore omogeneità nell’identificazione dei problemi e delle modalità di soluzione. I gruppi hanno affrontato una serie di tematiche sui diversi aspetti dell’organizzazione del Sistema Passi, evidenziandone punti di forza e criticità, e hanno proposto suggerimenti ritenuti importanti per l’applicazione del Sistema nelle diverse realtà regionali e locali. Questi contributi sono stati raccolti dai coordinatori dei gruppi e organizzati in un documento di sintesi (pdf 21 kb).

 

Il gruppo tecnico del Cnesps ha preso atto delle osservazioni emerse, accogliendo i suggerimenti e riconoscendo l’esistenza di numerose criticità. Va segnalato che molti di questi aspetti sono stati già considerati durante la revisione del protocollo e che di altri si terrà conto nelle successive fasi di organizzazione e gestione del sistema.

 

 

Guarda le presentazioni:

 

Sperimentazione dello Studio Passi 2006: utilità, costi, efficienza secondo gli operatori delle Regioni

Gaia Scavia – Istituto superiore di sanità, master Profea

Chiara Cattaneo – Istituto superiore di sanità, Cnesps

Paolo Niutta – Ministero della Salute, master Profea

Si è cercato di valutare la sperimentazione, cioè l’efficacia e la fattibilità del progetto, confrontando Passi 2005 e Passi 2006 rispetto alle procedure e alle risorse, e analizzando la comunicazione e l’uso dei risultati di Passi 2005. La metodologia d’indagine è stata di tipo qualitativo e si è diretta verso i coordinatori regionali o aziendali che avevano partecipato a Passi 2005. Da sottolineare: la miglioria generale che si è registrata con un maggiore coinvolgimento dei Medici di medicina generale, la necessità di una committenza locale istituzionale più forte, le difficoltà nella comunicazione (in fase di divulgazione dei risultati). Suggerimenti: inserire il Sistema di sorveglianza nel Piano sanitario nazionale e investire nella formazione per la comunicazione.

 

Le abitudini alimentari

Marco Cristofori – U.O. di Epidemiologia e di biostatistica, Asl 4 Terni

È una sezione importante perché agli eccessi alimentari sono legate molte malattie croniche (cardiopatie ischemiche, neoplasia, obesità, diabete non insulino-dipendente ecc). Si sono evidenziate piccole differenze nell’approccio a questo tema tra il 2005 e il 2006. Alcuni risultati di Passi 2006: il 45% degli intervistati è in sovrappeso o addirittura è obeso. La consapevolezza del proprio stato è scarsa e più elevata tra le donne, mentre non ci sono differenze significative per classi di età o livelli sociali. Pochi seguono una dieta anche se gli viene consigliato. Si consiglia di continuare a misurare periodicamente l’indice di massa corporea e di promuovere attività fisica e campagne nutrizionali.

 

L’attività fisica

Daniela Lombardi - Asl 20 Alessandria

Mauro Ramigni – Dipartimento di prevenzione Ulss 3 Bassano del Grappa

È la sezione più difficoltosa del questionario proposto da Passi. Ciononostante è molto importante perché la mancanza di attività fisica è un problema grave in quanto legato all’insorgere di malattie. Il metodo seguito nel 2005 partiva dal Behavioral Risk Factor Surveillance System (Brfss) americano ed è risultato pesante, troppo incentrato sulle attività nel tempo libero e con domande poco chiare. Quello del 2006 partiva dall’Ipaq della Ue in forma breve ma, anche se più snello del precedente, non ha comunque risolto il problema di fondo di “pesantezza” della sezione. C’è un margine di miglioramento, insistendo su gruppi particolari e creando alleanze per una sorveglianza più efficace.

 

La salute mentale

Pierluigi Piras – Dipartimento di prevenzione Asl 7 Carbonia

La depressione è un problema diffuso nei Paesi industrializzati: è necessario stimare la frequenza dei sintomi depressivi e la proporzione di quanti si sono rivolti a un medico. Circa il 30% degli intervistati ha riferito almeno un sintomo negli ultimi dodici mesi. Più a rischio sono le donne e chi ha lavori saltuari. Solo il 25% di coloro che hanno riferito almeno un episodio è ricorso a cure mediche. Una persona su quattro o cinque è sotto trattamento farmacologico. L’automedicazione è circa il 3%. Gli antidepressivi sono i farmaci più usati (42%). Conclusioni: i problemi di salute mentale riguardano buona parte della popolazione in studio, la sezione di Passi dedicata a questi temi è utile e facile da applicare. È ancora troppo basso l’utilizzo dei servizi sanitari per affrontare e risolvere questi problemi.

 

La sicurezza alimentare

Marco Cristofori – U.O. di Epidemiologia e di biostatistica, Asl 4 Terni

Lo scopo di questa sezione dello era studiare la sicurezza degli alimenti e la loro corretta gestione. L’introduzione del sistema di controllo Haccp ha fatto diminuire il numero tossinfezioni. Dato significativo: l’80% degli episodi avviene in ambito domestico a causa di comportamenti a rischio o a pratiche non idonee. Tra gli obiettivi: stimare l’assunzione di cibi crudi o poco cotti negli ultimi 30 giorni, le modalità di scongelamento, la frequenza e tipologia della lettura delle etichette, il numero di episodi di diarrea negli ultimi 12 mesi. È importante capire anche quanti si sono rivolti a un operatore sanitario e, in questo caso, a quanti è stato prescritto un esame di laboratorio. Dal punto di vista della raccolta dati, sono evidenti i legami tra alcune pratiche alimentari e il verificarsi di tossinfezioni. Gli episodi di diarrea risultano molto diffusi, ma poco indagati.

 

La sicurezza domestica

Pina De Lorenzo - Area dipartimentale di Epidemiologia e Prevenzione, Asl Napoli 2

Inserita in Passi 2006, gli obiettivi di questa sezione sono stimare la proporzione di persone che riferisce di un incidente domestico nell’ultimo anno, il ricorso all’assistenza sanitaria, la percezione del rischio, l’adozione di provvedimenti preventivi. Il 20% riferisce di un infortunio nell’ultimo anno, il 3% è ricorso a cure sanitarie. La percentuale è più alta tra le donne (26%) che tra gli uomini (14%). Conclusioni: incidenti frequenti ma raramente gravi, bassa percezione del rischio, informazione non sufficiente. Nello studio non sono stati considerati bambini e anziani.

 

Lezioni apprese e implicazioni per il futuro

Nicoletta Bertozzi - Dipartimento di sanità pubblica Ausl Cesena, Gruppo tecnico Passi

Il futuro Sistema di sorveglianza Passi dovrà essere costituito da varie componenti. Un nucleo principale continuo (core), un nucleo di approfondimento a rotazione, moduli opzionali (a livello nazionale, regionale o Asl) e moduli per emergenze. Nella scelta delle domande e delle sezioni da inserire è importante definire gli obiettivi e conoscere i limiti dei vari moduli. Passi non può essere infatti sempre l’approccio migliore per affrontare un problema.

 

Il fumo di sigaretta

Maria Miceli - Istituto zooprofilattico sperimentale Lazio e Toscana

Non si notano differenze significative tra i dati dello Studio Passi 2005 e quelli del 2006, ma si registra che il 9,7% dei fumatori ha provato a smettere dopo la l’entrata in vigore della Legge Sirchia. Risultati interessanti sono che: il 97% degli ex fumatori riferisce di aver smesso da solo, l’1,4% riferisce di aver avuto un aiuto da parte di un operatore sanitario. È necessario allargare il campione a realtà più ampie dell’Emilia Romagna.

 

Salute percepita e screening per i tumori

Giuliano Carrozzi - Dipartimento di sanità pubblica, Ausl Modena

Riguardo alla salute percepita, i risultati hanno una validità interna, che evidenzia la necessità di passare da studi trasversali a sorveglianza, e una validità esterna che sottolinea la necessità di procedure “solide”. Anche per lo screening risulta chiaramente l’urgenza si un sistema di sorveglianza per fornire confronti temporali affidabili: gli studi trasversali non sono sufficienti.

 

Aspetti metodologici

Stefano Campostrini - Università degli Studi di Pavia, Gruppo tecnico Passi

La metodologia è una parte essenziale di un’indagine come lo Studio Passi. Per ciò che riguarda il tempo di raccolta dei dati è importante che ci sia una continuità per poter osservare la dinamicità, i cambiamenti e i trend. È anche utile avere più punti di osservazione. Questo metodo è applicabile a tutti e tre i livelli coinvolti dal progetto (Asl, regionale, nazionale).

 

Il progetto Ccm di sperimentazione. Il cronogramma

Sandro Baldissera – Cnesps, Gruppo tecnico Passi

Sono esposte in breve le caratteristiche di base del progetto Passi e la sua struttura organizzativa, in vista di una chiara pianificazione del lavoro che nei prossimi mesi porterà alla messa a regime del sistema di sorveglianza. È importante che ci sia disponibilità di risorse umane, materiali, organizzative e finanziarie per l’operatività del sistema.

 

La scelta degli argomenti di indagine

Massimo O. Trinito - Gruppo tecnico Passi

Fondamentale per la riuscita dello Studio Passi è l’efficienza del questionario. La sua struttura deve essere composta di varie parti: un nucleo fisso, un nucleo di approfondimento a rotazione, moduli opzionali e moduli per emergenze. La durata totale dell’intervista non deve superare i 25 minuti. Gli ambiti di indagine devono comprendere i comportamenti a rischio per la salute, i comportamenti orientati alla prevenzione, la prevalenza di alcune condizioni patologiche e gli interventi preventivi attuati dal Servizio sanitario nazionale.

 

Le attività di formazione

Alberto Perra, Gabriele Fonatana, Silvia Colitti, Nancy Binkin - Profea, Cnesps

Fornire personale preparato. Questo è uno degli obiettivi che bisogna tenere in considerazione nella fase di messa a regime del Sistema di sorveglianza. La formazione può essere divisa in due fasi: una fase operativa di un mese e una estesa di due anni. Le modalità prevedono corsi in sede Iss, frontali e seminariali, tirocini, formazione a distanza.

 

La comunicazione

Barbara De Mei – Cnesps

Il piano di comunicazione è parte integrante del sistema di sorveglianza. La comunicazione non va improvvisata, ma programmata da subito. Bisogna definire responsabilità e ruoli a tutti i livelli del progetto. Lo strumento principale del piano di comunicazione è l’interfaccia web: il sito di riferimento continuerà a essere EpiCentro, anche con nuove iniziative come la newsletter.

 

L’organizzazione del sistema Passi: documento di sintesi

Divisi in quattro gruppi di lavoro, i partecipanti al workshop hanno affrontato una serie di tematiche sui diversi aspetti dell’organizzazione del sistema Passi, evidenziandone punti di forza e criticità. Proposti anche suggerimenti importanti per l’applicazione del sistema nelle diverse realtà regionali e locali.