Sistema di sorveglianza integrata COVID-19
Che cos’è
La sorveglianza integrata, microbiologica e epidemiologica, per COVID-19 raccoglie, confronta e analizza in maniera continua e sistematica, le informazioni su tutti i casi di infezione da SARS-CoV-2 confermati mediante diagnosi molecolare in laboratori di riferimento regionali in Italia. È uno strumento di osservazione necessario e utile sia per informare i cittadini sull’impatto e sull’evoluzione dell’epidemia sia per offrire supporto decisionale per le risposte di sanità pubblica delle autorità sanitarie.
Quando è stata istituita
In Italia, la sorveglianza COVID-19 ha avuto inizio con la Circolare ministeriale n.1997 del 22 gennaio 2020 che conteneva i primi criteri e le modalità di segnalazione dei casi di infezione da SARS-CoV-2 (al tempo chiamato ancora “nuovo coronavirus”) condivisi con il Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) [1]; a seguire, con l’evolversi della situazione epidemiologica, sono state emanate ulteriori Circolari ministeriali contenti integrazioni e aggiornamenti [2]. Il 27 febbraio 2020 la Protezione Civile, attraverso l’Ordinanza n. 640, ha affidato la sorveglianza epidemiologica e microbiologica, per COVID-19, all’ISS [3]. Con la cessazione dello stato d’emergenza la sorveglianza integrata dei casi di infezione da virus SARS-CoV-2 segnalati sul territorio nazionale viene regolata dal decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24 (art. 13).
Chi la coordina
Il sistema di sorveglianza COVID-19 è coordinato dal Dipartimento Malattie infettive dell’ISS. A livello locale, ogni Regione/Provincia Autonoma ha identificato uno o più referenti.
Come avviene la raccolta dati
Tutte le Regioni/Province Autonome inviano quotidianamente all’ISS i dati relativi a tutti gli individui con infezione da SARS-CoV-2 confermata in laboratorio. L’ISS ha creato una piattaforma informatica dedicata, che consente la raccolta dei dati sia attraverso un’interfaccia web collegata alla piattaforma stessa sia attraverso l’invio di un dataset. Il Dipartimento di Malattie infettive dell’ISS processa e analizza i dati della piattaforma e li rende disponibili per consentire l’analisi dell’epidemia in tutto il Paese.
- Consulta i principali dati nazionali della Sistema di sorveglianza integrata COVID-19.
Quali sono le modalità di diagnosi molecolare
Per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 il campione di elezione è un campione delle vie respiratorie. Generalmente, questo campione viene raccolto dalle alte vie respiratorie attraverso un tampone rino-faringeo e oro-faringeo [3]. Secondo i Centers of Disease Control and Prevention (CDC) americani possono essere utilizzati anche il tampone nasale anteriore e il tampone nasale dei turbinati medi [4]. Più raramente, ove disponibile, il campione può essere delle basse vie respiratorie, come ad esempio l’aspirato endo-tracheale (endotracheal-aspirate, ETA) o il lavaggio bronco-alveolare (Broncho-Alveolar Lavage, BAL).
Dal campione di materiale biologico, trasportato in laboratorio a temperatura controllata, viene eseguita l’estrazione e la purificazione dell’RNA per la successiva ricerca dell’RNA virale utilizzando una metodica molecolare rapida chiamata Reverse Real-Time PCR (rRT-PCR).[5]
Il sistema di sorveglianza integrata è progettato per includere tutti i casi di COVID-19 confermati in laboratorio?
Il sistema di sorveglianza è progettato per includere tutti i casi di COVID-19 confermati in laboratorio (figura 1). Il test diagnostico viene eseguito prioritariamente ai casi clinici sintomatici/paucisintomatici e ai contatti a rischio familiari e/o residenziali sintomatici [6]. Pertanto, una parte di persone che non sviluppano i sintomi della malattia potrebbe non essere sottoposta al test.
Figura 1: La gestione dei casi sospetti
Come funziona il flusso dei dati delle persone positive a COVID-19
Le informazioni utilizzate nel sistema di sorveglianza nazionale COVID-19 provengono da un complesso flusso di dati che inizia a livello locale. I casi sospetti di COVID-19, siano essi a casa in isolamento domiciliare o ricoverati in ospedale, vengono sottoposti al test diagnostico molecolare per SARS-CoV-2. I campioni vengono inviati e analizzati nei laboratori regionali di riferimento. I laboratori regionali informano del risultato le Aziende Sanitarie Locali (ASL), che coordinano il flusso di dati tra i casi, gli ospedali, i medici di medicina generale (MMG) e i pediatri di libera scelta (PLS) al fine di raccogliere informazioni dettagliate su ogni individuo che risulta positivo al test. I referenti regionali per la sorveglianza epidemiologica COVID-19 raccolgono poi le informazioni dei casi di tutte le ASL.
Nella fase iniziale dell'epidemia i laboratori regionali inviavano all’ISS tutti campioni positivi a Sars-CoV-2 per la conferma della diagnosi; allo stato attuale inviano solo un ristretto numero di campioni, per la caratterizzazione genetica (vedi figura 2).
Figura 2: Come funziona il flusso dei dati nel sistema di sorveglianza, delle persone positive a COVID-19
Timeline del processo di notifica
Tra il momento in cui una persona acquisisce l’infezione da SARS-CoV-2 e il momento in cui avviene la registrazione della relativa notifica di malattia nel sistema di sorveglianza integrata COVID-19 trascorre un intervallo di tempo che può essere molto variabile ma, in media, è di circa 2 o 3 settimane. Ciò è dovuto a vari aspetti che sono legati alle caratteristiche dell’infezione, a quelle della persona infettata, al contesto organizzativo dei servizi sanitari locali e/o regionali. Passano infatti, nella quasi totalità dei casi, tra i 5 e i 14 giorni prima che l’individuo sviluppi i sintomi della malattia (tempo di incubazione) e per la gran parte dei casi il tampone per la diagnosi viene effettuato solo dopo la comparsa dei sintomi; nel caso una persona infettata sia un contatto stretto di un caso positivo, può essere testata anche prima di sviluppare i sintomi, ma difficilmente potrà essere diagnosticata come positiva prima di 4-5 giorni dall’infezione perché il numero di particelle virali che si sono replicate durante i primi giorni non è sufficientemente alto per essere rilevato con i test diagnostici attuali; nel caso la persona non sia già nota come contatto stretto e non sospetti di essersi infettata, quando svilupperà i sintomi potrebbe aspettare qualche giorno prima di contattare il proprio medico di medicina generale o di recarsi al pronto soccorso; a sua volta il medico, sulla base dei sintomi, della loro gravità ed anche della sua valutazione di rischio di possibile esposizione a SARS-CoV-2 potrà aspettare qualche giorno prima di richiedere l’effettuazione del tampone; la rapidità nell’effettuazione del tampone e della successiva diagnosi da parte del laboratorio dipenderà dal numero di richieste sul proprio territorio, dal personale disponibile e dalla capacità del laboratorio di analisi. Infine, dopo il risultato positivo dato dal laboratorio, potrà esserci un ulteriore tempo variabile nella trasmissione delle informazioni all’ISS sulla base della modalità organizzativa e gestionale della regione. Lo schema in figura 3 riporta schematicamente la timeline del processo di notifica con intervalli di tempo indicativi dal tempo “zero” in cui avviene l’infezione.
Figura 3: Timeline del processo di notifica
Perché le informazioni fornite dall’ISS possono differire (essere in ritardo) rispetto a quelle della Protezione civile
In Italia esistono due principali fonti di informazione sull’epidemia COVID-19: la Protezione Civile (PC) e l’ISS. I dati di entrambe le istituzioni possono differire perché il tipo di dati e la modalità di raccolta sono diversi.
La Protezione Civile raccoglie quotidianamente informazioni sul numero totale di test positivi, decessi, ricoveri in ospedale e ricoveri in terapia intensiva in ogni Provincia d’Italia. L’ISS, invece, chiede alle Regioni di fornire dettagli individuali su tutti i casi, compresi i dati demografici, lo stato clinico e le comorbidità. I dati aggregati hanno il vantaggio di essere più rapidi e facili da raccogliere, mentre i dati individuali richiedono più tempo ma permettono un’analisi più dettagliata e accurata.
Si sottolinea che la situazione mutevole sia dal punto di vista epidemiologico/sanitario che da quello legislativo, può richiedere che la sorveglianza integrata COVID-19 subisca modifiche e/o adeguamenti.
- Scarica il documento “Informazioni privacy per la sorveglianza sanitaria integrata COVID-19” (pdf 477 kb).
- Circolare ministeriale n.1997 del 22 gennaio 2020 (pdf 476 kb)
- Ministero della Salute. Nuovo coronavirus. Norme, Circolari e Ordinanze
- Ordinanza del Capo della Protezione Civile n. 640 del 27 febbraio 2020
- Le indicazioni dei CDC. "Interim Guidelines for Collecting, Handling, and Testing Clinical Specimens for COVID-19 (aggiornamento al 5 maggio 2020)"
- Il documento OMS “WHO Interim guidance Laboratory testing for coronavirus disease (COVID-19) in suspected human cases” (Aggiornamento al 19 marzo 2020)
- Circolare ministeriale n.11715 del 3 aprile 2020