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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Coronavirus e rischio alcol: conoscere per riorientare l'organizzazione e la funzionalità dei servizi di prevenzione e delle reti curanti

L’Osservatorio Nazionale Alcol e il Centro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la promozione della salute e la ricerca sull'alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, insieme a numerosi istituti di ricerca e organizzazioni di tutela della salute pubblica europei, hanno lanciato un sondaggio d’opinione e di consultazione sui consumi di alcol tra la popolazione. Lo scopo dell’indagine - attiva sino al 30 giugno - è dar voce alle percezioni e alle esperienze personali per raccogliere e produrre indicazioni da proporre ai decisori politici al fine di garantire risposte specifiche e quanto più possibile aderenti alle esigenze di prevenzione di breve, medio e lungo termine.

 

Isolamento e consumi di bevande alcoliche

Durante la pandemia da COVID-19, la combinazione di vendita online e consegna a domicilio ha agito come catalizzatore dei consumi di bevande alcoliche andando a insinuarsi in una situazione in cui ansia, stress, noia o veri e propri stati depressivi legati all’isolamento forzato hanno rappresentato la causa di un disagio da canalizzare verso il consumo di quantità crescenti di alcol. Per aumentare la consapevolezza sui pericoli di legati a un calo delle difese immunitarie in un momento in cui la difesa anticorpale può fare la differenza nella risposta dell’organismo all’infezione da SARS-CoV-2, nelle scorse settimane l’ISS ha disseminato informazioni e infografiche sull’effetto del consumo di bevande alcoliche durante la pandemia da Coronavirus. L’iniziativa rispondeva anche alla necessità di contrastare la massiccia campagna di fake news promossa soprattutto da alcuni settori della produzione che hanno lasciato credere ai consumatori che l’alcol potesse agire da igienizzante o disinfettante del cavo orale o dell’organismo.

 

Trattandosi di una situazione mai sperimentata prima d’ora non è noto a nessuno l’impatto che tutto ciò avrà sulle strutture del servizio sanitario nazionale dopo l’allentamento del lockdown. La comunità scientifica e il mondo della ricerca europea hanno già segnalato la necessità di rivedere il sistema di prevenzione e di cura che nel corso di due mesi ha visto la sospensione di molti dei servizi, tra cui quelli dedicati ai disturbi da uso di alcol e delle dipendenze. Conoscere quale sia il reale impatto sui comportamenti individuali è importante per orientare i decisori politici verso strategie e iniziative di prevenzione della salute pubblica che considerino nuovi e alternativi canali di gestione dei casi, così da essere pronti ad affrontare sia una nuova chiusura (in funzione di una seconda ondata di contagi), sia l’ondata di nuovi e vecchi casi (la gestione delle ricadute in situazioni recuperate con anni di terapie costanti, vanificate da quello che per le persone con problemi e disturbi da alcol è percepito come mancato sostegno nel momento più cruciale di vulnerabilità da isolamento). 

 

Al momento non esistono esperienze o linee guida per far fronte a una gestione mirata della verosimile recrudescenza dei disturbi da uso di alcol che impatteranno sui servizi dedicati a intercettazione, screening, diagnosi, terapia e riabilitazione spesso in «compresenza» con altre problematiche comportamentali da distanziamento sociale/isolamento come fumo, gioco d’azzardo, scommesse, videogames, giochi online, disturbi alimentari e da sostanze illegali come la cannabis o altre droghe illegali.

 

In conclusione

Stiamo vivendo una situazione del tutto nuova che rende urgente riprogrammare e rinnovare i servizi sanitari, ridefinire i programmi e riorganizzare l’intero sistema di cura. Il sondaggio permetterà di «mappare» le opinioni dei consumatori, i modelli di consumo e gli esiti di salute durante i periodi di pandemia, che comportano restrizioni e quarantene, così da favorire un modello decisionale di tipo «bottom-up» (dal basso verso l’alto), che porterà a scelte informate, come richiesto dalle direttive europee. 

 

La partecipazione al sondaggio, volontaria, gratuita e in forma anonima, richiede meno di dieci minuti. I ricercatori confidano nella preziosa partecipazione di tutti e tutte a questa ricerca (accessibile sia se si è consumatori di bevande alcoliche sia se si è astemi) e a contribuire a raccogliere dati in tutta Europa, diffondendo il più possibile il link attraverso tutte le reti e i contatti, sia professionali che personali.

 

Partecipa ora al progetto e compila il questionario

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 23 maggio 2020

Autori: Emanuele Scafato, Claudia Gandin, Silvia Ghirini, Alice Matone e Riccardo Scipione - Osservatorio Nazionale Alcol, Centro OMS per la promozione della salute e la ricerca sull'alcol, Centro nazionale dipendenze e doping Istituto Superiore di Sanità, Roma