Escherichia coli
In Italia, tra il 2015 e il 2019, sono state rilevate solo piccole oscillazioni nelle percentuali di isolati di E. coli resistenti alle principali classi di antibiotici. In particolare, nel 2019 il 68,1% degli isolati sono risultati resistenti all’ampicillina, il 30,8% alle cefalosporine di terza generazione (cefotaxime, ceftriaxone, ceftazidime), lo 0,4% ai carbapenemi (imipenem, meropenem), il 16,0% agli aminoglicosidi (amikacina, gentamicina) e il 40,7% ai fluorochinoloni (ciprofloxacina, levofloxacina) (grafico). Inoltre, la percentuale di resistenza combinata, misurata come resistenza a cefalosporine di terza generazione, aminoglicosidi e fluorochinoloni è stata dell’11,7%.
Poiché l’uso di antibiotici ad ampio spettro, quali cefalosporine e fluorochinoloni, è un noto fattore di rischio per la colonizzazione e la diffusione di Enterobacterales resistenti, incluso E. coli, è necessaria una maggiore attenzione alla gestione del trattamento e a una riduzione d’uso di questi antibiotici. Risultati analoghi si osservano considerando gli stessi laboratori per gli anni 2018 e 2019.
Relativamente ai batteri Gram-negativi (Tabella), percentuali di resistenza particolarmente critiche si osservano per E. coli all’ampicillina (68,1%) e amoxicillina-acido clavulanico (46,5%), alle cefalosporine di terza generazione (>20%) e ai fluorochinoloni (41%).
Tabella - Batteri gram-negativi: profilo di antibiotico-resistenza per Escherichia coli, Italia 2019
Classe di antibiotici | Antibiotico | Isolati (n) | R (%) | 95% IC R (%) |
---|---|---|---|---|
Penicilline |
Ampicillina |
4.456 |
68,1 |
66,7-69,5 |
Amoxicillina-Acido Clavulanico |
17.402 |
46,5 |
45,6-47,3 |
|
Piperacillina-Tazobactam |
18.121 |
9,4 |
9,0-9,9 |
|
Cefalosporine III generazione |
Cefotaxime |
16.459 |
29,9 |
29,2-30,6 |
Ceftazidime |
18.266 |
25,8 |
25,1-26,4 |
|
Ceftriaxone |
1.193 |
33,6 |
30,9-36,4 |
|
Ceftazidime-Avibactam |
1.519 |
0,5 |
0,2-1,0 |
|
Carbapenemi |
Imipenem |
6.827 |
0,5 |
0,3-0,7 |
Meropenem |
17.994 |
0,3 |
0,2-0,4 |
|
Ertapenem |
15.055 |
1,1 |
0,9-1,3 |
|
Aminoglicosidi |
Amikacina |
18.226 |
0,8 |
0,7-1,0 |
Gentamicina |
18.384 |
15,9 |
15,4-16,4 |
|
Fluorochinoloni |
Ciprofloxacina |
18.393 |
40,6 |
39,9-41,4 |
Levofloxacina |
3.400 |
41,3 |
39,6-42,9 |
|
Glicilcicline |
Tigeciclina |
13.990 |
1,5 |
1,3-1,7 |
R=resistenza; IC=intervallo di confidenza
*Le classi di intensità di resistenza sono identificate in base ai quartili della distribuzione nazionale
E. coli fa parte del normale microbiota intestinale dell’uomo, ma è anche la causa più frequente di sepsi e infezioni del tratto urinario, sia di origine comunitaria che ospedaliera; inoltre è associato a infezioni intra-addominali e meningiti neonatali ed è uno dei principali agenti causali delle infezioni di origine alimentare nel mondo. La resistenza in E. coli si sviluppa rapidamente attraverso mutazioni o mediante acquisizione di elementi genetici mobili che codificano meccanismi di resistenza, come la produzione di beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL) e carbapenemasi. Le ESBL sono enzimi che conferiscono resistenza alla maggior parte degli antibiotici beta-lattamici, comprese le cefalosporine di terza generazione, e sono spesso riscontrati in combinazione con altri meccanismi di resistenza, con conseguente resistenza a più farmaci. I carbapenemi di solito resistono agli effetti delle ESBL e potrebbero rimanere una delle poche opzioni di trattamento per le infezioni gravi. Tuttavia, una minaccia crescente è la resistenza ai carbapenemi mediata da carbapenemasi, che può conferire resistenza praticamente a tutti gli antibiotici beta-lattamici disponibili.