Importanza per la salute
Il fumo di tabacco costituisce uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. Rappresenta, inoltre, il maggior fattore di rischio evitabile di morte precoce, a cui si attribuisce circa il 12% degli anni di vita in buona salute persi (Daly; Disability-adjusted life year). Gli effetti negativi sulla salute causati del fumo aumentano all’aumentare dell’età: ad esempio, le principali cause di mortalità fumo-correlate negli ultra 60enni sono il tumore del polmone e la broncopneumopatia cronica ostruttiva. La cessazione dell’abitudine tabagica è in assoluto il metodo più efficace per contrastare gli effetti nocivi del fumo ma, sebbene la riduzione della mortalità sia comprovata a prescindere dall’età in cui si smetta di fumare, è più difficile negli anziani per i quali è un’abitudine più radicata (1, 2).
Il contesto internazionale e italiano
Ogni anno nel mondo vengono venduti circa 18 miliardi di sigarette al giorno. A livello globale, si stima che oltre 900 milioni di uomini e quasi 200 milioni di donne siano attualmente fumatori. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il fumo uccide 6 milioni di persone ogni anno e causa, in tutto il mondo, centinaia di miliardi di dollari di danno economico. Inoltre, solo nel 2016, il fumo passivo ha causato 884.000 morti (3). Se nei paesi altamente sviluppati il numero di fumatori è in calo, nel resto del mondo sta aumentando.
Come Passi d’Argento misura l’abitudine al fumo
Il dato sull’abitudine al fumo in Passi d’Argento viene raccolto attraverso 4 domande: la presenza dell’abitudine al fumo, con riferimento all’intero corso della vita e al momento dell’indagine; (ai fumatori) il numero di sigarette fumate e l’aver ricevuto o meno il consiglio di smettere da parte di un medico o un operatore sanitario negli ultimi 12 mesi. Gli indicatori e le rispettive definizioni operative utilizzate si rifanno alle indicazioni dei Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) in base alle quali si definiscono “fumatori” coloro che dichiarano di aver fumato più di 100 sigarette nella vita e di fumare al momento dell’intervista; “ex fumatori” chi dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella loro vita ma non fuma al momento dell’intervista); “non fumatori” quei soggetti che hanno fumato meno di 100 sigarette nella loro vita e non fumano al momento dell’intervista (4).
Politiche di prevenzione del fumo a livello internazionale e nazionale
Politiche e interventi per la prevenzione dell’abitudine al fumo negli anziani si concentrano principalmente, da una parte, sull’aumento della cessazione e, dall’altra, sulla riduzione dell’esposizione passiva al fumo negli ambienti chiusi quali locali pubblici, ambienti di lavoro confinati e abitazioni. A livello globale, le strategie di contrasto al fumo rivestono un ruolo di rilievo nel “Piano d'Azione Globale dell'Oms per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013 - 2020” che promuove, anche la sorveglianza delle malattie croniche e dei principali fattori che le determinano, valutando i progressi registrati in termini di esiti e impatto sulla salute della popolazione ai diversi livelli (5). In base alle evidenze scientifiche, programmi preventivi di comprovata efficacia si basano su misure regolatorie volte a ridurre la disponibilità dei prodotti del tabacco e gli stimoli a fumare. Si tratta dunque di misure normative (divieti di fumo nei locali aperti al pubblico e nei luoghi di lavoro, i limiti imposti alla vendita e alla pubblicità , gli aumenti dei prezzi, realizzati tramite le accise) o relative alla regolamentazione e auto-regolamentazione dei media e delle politiche scolastiche e aziendali. In Italia, un esempio di strumento normativo è il Decreto Legislativo n. 6 del 12 gennaio 2016 (6) che, recependo la Direttiva europea 2014/40/UE, rappresenta un importante passo verso un’efficace protezione dei cittadini dai gravissimi danni alla salute causati dal consumo di prodotti del tabacco e dall’esposizione al fumo (7).
Riferimenti e risorse utili
- C. Gellert et al., Impact of smoking and quitting on cardiovascular outcomes and risk advancement periods among older adults. Eur J Epidemiol. 2013
- Nash SH, Liao LM, Harris TB, Freedman ND. Cigarette Smoking and Mortality in Adults Aged 70 Years and Older: Results From the NIH-AARP Cohort. Am J Prev Med. 2017 Mar;52(3):276-283.
- Drope J, Schluger N, Cahn Z, Drope J, Hamill S, Islami F, Liber A, Nargis N, Stoklosa M. 2018. The Tobacco Atlas. Atlanta: American Cancer Society and Vital Strategies. https://files.tobaccoatlas.org/...
- Centers for Disease Control and Prevention. https://www.cdc.gov/...
- Piano d'Azione Globale dell'OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013 - 2020. http://www.salute.gov.it/...
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. http://www.gazzettaufficiale.it/...
- Direttiva 2014/40/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 aprile 2014 http://www.trovanorme.salute.gov.it/...
Indicatori Passi d’Argento: abitudine al fumo
Definizioni operative
- Non fumatore è una persona che dichiara di aver fumato nella sua vita meno di 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di non essere attualmente fumatore.
- Fumatore è una persona che dichiara di aver fumato nella sua vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di essere fumatore al momento dell’intervista.
- Ex fumatore è una persona che dichiara di aver fumato nella sua vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20), di non essere fumatore al momento dell’intervista e di aver smesso di fumare da più di 1 anno.
Consulta anche le informazioni generali con le caratteristiche degli indicatori Passi d’Argento, e gli approfondimenti dedicati.
Scheda indicatore: prevalenza di non fumatori
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 65 anni e più. |
Numeratore |
Persone con 65 o più anni che nella loro vita hanno fumato meno di 100 sigarette (5 pacchetti da 20). |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo esclusi, i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza riferita al periodo di rilevazione (sulla popolazione di 65 anni e più), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
Il periodo temporale di riferimento sono gli anni di vita dell’intervistato. |
Significato per la salute pubblica |
Rispetto ai fumatori, chi non fuma ha un’aspettativa di vita di ben 10 anni superiore e una qualità di vita di gran lunga migliore. Chi vive libero dal fumo infatti respira meglio, riesce più facilmente a evitare faringiti e laringiti, bronchite cronica ed enfisema polmonare, il rischio di patologie circolatorie e cardiache, il pericolo di ictus o di ostruzione delle arterie. Senza il fumo, migliorano anche il sonno, la prontezza dei riflessi, i tassi di fecondità sia negli uomini che nelle donne. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento, che può essere considerato sconveniente e soggetto a stigmatizzazione. In teoria, ciò può spingere il rispondente a dichiarare di non aver mai fumato, e ciò determina una sovrastima della prevalenza. Questo effetto è stato valutato e gli studi di migliore qualità mostrano che si attesta comunque su valori modesti. |
Validità dell’indicatore |
In altri contesti di studio, quando i dati dichiarati sono confrontati con quelli misurati obiettivamente (mediante l’analisi dei livelli di cotinina, un metabolita della nicotina, nei liquidi biologici: saliva, urine o sangue), l’indicatore circa la frequenza di coloro che conducono una vita libera dal fumo mostra una sovrastima, ma anche una buona correlazione con le misure oggettive, che lo rende utile per valutare le differenze territoriali e i trend temporali. |
Scheda indicatore: prevalenza di fumatori
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 65 anni e più. |
Numeratore |
Persone con 65 e più anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di essere fumatori al momento dell’intervista o di aver smesso da meno di 1 anno. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 65 anni e più), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato, gli ultimi 6 mesi, ed il comportamento abituale al momento dell’intervista. |
Significato per la salute pubblica |
Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. A seconda del metodo usato, si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all’anno, in Italia, siano attribuibili all’abitudine al fumo con oltre un milione di anni di vita potenziale persi. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento, che può essere considerato sconveniente e soggetto a stigmatizzazione. In teoria, ciò può spingere alcuni rispondenti a negare il comportamento con conseguente sottostima della prevalenza. Questo effetto è stato valutato e gli studi di migliore qualità mostrano che si attesta comunque su valori modesti. |
Validità dell’indicatore |
In altri contesti di studio, quando i dati dichiarati sono confrontati con quelli misurati obiettivamente (mediante l’analisi dei livelli di cotinina, un metabolita della nicotina, nei liquidi biologici: saliva, urine o sangue), la prevalenza di fumatori mostra una sottostima, ma anche una buona correlazione con le misure oggettive che rende utile questo indicatore per valutare le differenze territoriali e i trend temporali. |
Scheda indicatore: prevalenza di ex fumatori
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, in età 65 anni e più. |
Numeratore |
Persone con 65 e più anni che dichiarano di aver fumato nella loro vita almeno 100 sigarette (5 pacchetti da 20) e di non fumare più da più di 1 anno. |
Denominatore |
Intervistati che hanno fornito una risposta (qualunque essa sia) alla domanda sull’abitudine al fumo, esclusi i valori mancanti; il denominatore corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza annuale (sulla popolazione di 65 anni e più), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore è costruito sulla base di più variabili che hanno diversi periodi temporali di riferimento: gli anni di vita dell’intervistato e l’ultimo anno. |
Significato per la salute pubblica |
La ricerca scientifica ha confermato che quando si smette di fumare si ottengono molti benefici a breve e a lungo termine. Questi benefici vanno da una normalizzazione del livello di ossigeno nel sangue ad un miglioramento del respiro e della circolazione, e soprattutto a una riduzione del rischio di mortalità per malattie cardiovascolari e tumori. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore misura un comportamento riferito dall’intervistato ed è in teoria soggetto a distorsione legata alla desiderabilità sociale del comportamento. |
Pubblicazioni locali
Report nazionale
In questa pagina sono elencate le pubblicazioni locali dedicate esclusivamente all'abitudine al fumo. Dati sul tema sono però disponibili anche all’interno delle pubblicazioni nazionali e locali che riassumono i risultati delle indagini della sorveglianza.
Indagine 2012
Lazio
Regionali
- L’abitudine al fumo. Sistema di sorveglianza Passi d’Argento 2012-2013 (pdf 4,3 Mb) Elaborazione dei dati nazionali a cura della Asl di Viterbo e della Regione Lazio