Importanza per la salute
Problemi di vista
Le patologie oculari interessano tutte le età ma, a causa dell’allungamento progressivo della vita media e la diffusione sempre maggiore di alcune malattie croniche quale ad esempio il diabete, dopo i 50 anni i tassi di prevalenza e incidenza aumentano considerevolmente, con il conseguente aumento anche di patologie oculari degenerative (come la degenerazione maculare legata all’età con perdita della visione centrale e il glaucoma).
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in tutto il mondo 253 milioni di persone sono affette da disabilità visive, di cui 36 milioni sono non vedenti. Secondo i dati disponibili, oltre l’80% dei deficit visivi, cecità inclusa, è evitabile. A livello mondiale, oltre l'84% dei deficit visivi deriva da malattie croniche dell'occhio.
Le due principali cause dei deficit visivi sono gli errori di rifrazione non corretti (42%) e la cataratta (33%). In tutti i Paesi esistono interventi dotati di un buon rapporto costo-beneficio per la riduzione del carico di entrambe queste condizioni. In generale, i deficit visivi colpiscono in misura maggiore le popolazioni più povere e sono più frequenti nelle fasce di età più elevata: l’81% di tutte le persone con moderata o grave compromissione della vista sono ultra 50enni. Si stima che le persone con deficit visivi abbiamo una probabilità due volte superiore rispetto al resto della popolazione di cadere mentre camminano, e tre volte superiore di soffrire di depressione e disturbi d’ansia.
Il Piano di azione globale Oms 2014-2019 sulla salute oculare universale, il cui scopo è ridurre i deficit visivi evitabili in quanto problema globale di sanità pubblica e garantire l’accesso ai servizi di riabilitazione per le persone affette da deficit visivi, si articola su tre obiettivi principali: il primo è mirato alla necessità di raccogliere evidenze scientifiche sull’entità e sulle cause dei deficit visivi e sui servizi di salute oculare, e di utilizzarle per sensibilizzare gli Stati membri a un maggior impegno politico e finanziario sulla salute oculare; il secondo incoraggia l’elaborazione e l’attuazione di politiche, piani e programmi nazionali integrati per la salute oculare, al fine di migliorare la salute oculare universale attraverso attività in linea con il quadro d’azione dell’Oms per il rafforzamento dei sistemi sanitari e il miglioramento dei risultati sanitari; il terzo obiettivo promuove l’impegno multisettoriale e partenariati efficaci per il miglioramento della salute oculare. Per la misurazione dei progressi a livello nazionale, sono indicati tre indicatori di base a cui possono aggiungersene altri a discrezione dei Paesi: prevalenza e cause dei deficit visivi; consistenza numerica del personale del settore della salute oculare; interventi di chirurgia della cataratta.
In Italia, secondo la “Relazione annuale (2017) al Parlamento ai sensi della Legge 284/97 sulla riabilitazione visiva” (pdf 2,6 Mb) il 5,4% degli ultra64enni e l’8,6% di chi ha 75 anni e più soffrono di gravi limitazioni sul piano visivo. Se si sommano le limitazioni visive moderate a quelle gravi il 33,4% dai 65 anni e il 43% dai 75. Il documento riporta inoltre le attività di prevenzione della cecità e ipovisione in applicazione della legge 284/97 che prevede l’attivazione di Centri di prevenzione e riabilitazione visiva in supporto del lavoro dell’Agenzia Internazionale per la prevenzione della Cecità e del suo Polo Nazionale. Il numero dei casi assistiti risulta aumentato rispetto all’anno precedente, passando da 22.091 nel 2016 a 26.900 nel 2017. L’incremento dei casi (+4809) segnala un aumento significativo della domanda di riabilitazione visiva, in particolare nelle persone ultra 65enni.
Nelle persone anziane, le patologie oculari pregiudicano l’autonomia e la partecipazione, e le espongono inoltre a un maggior rischio di cadute accidentali. Sia a fini preventivi sia di riduzione del danno e potenziamento dei servizi di riabilitazione, è importante una strategia integrata che contempli la sorveglianza, l’educazione sanitaria della popolazione, il coordinamento degli screening, la diagnosi e la terapia. Per questo è importante che tutti possano accedere a un’assistenza oftalmica e a cure adeguate, migliorando tra l’altro i propri comportamenti. È sempre più importante investire nella prevenzione primaria e secondaria per evitare l’insorgenza delle patologie oculari o per diagnosticarle e trattarle precocemente, non solo per assicurare una buona qualità di vita ma anche per il crescente peso economico delle terapie farmacologiche e chirurgiche sul bilancio sanitario.
Risorse utili
- “Piano di azione globale Oms 2014-2019 sulla salute oculare universale” (traduzione non ufficiale a cura del ministero della Salute), (pdf 112 kb).
- le fact sheet dell’Oms sui problemi alla vista.
Problemi di udito
Il fenomeno della perdita dell'udito è in aumento in tutto il mondo (è previsto un incremento del fenomeno da 466 milioni di persone del 2018 a 900 milioni nel 2050), con crescenti costi diretti per il sistema sanitario ma anche per la società nel suo complesso, a causa di una complessiva riduzione della produttività. Diversi fattori stanno provocando l'aumento della perdita dell'udito a livello globale, come la crescita della popolazione globale e l'aumento della popolazione anziana.
Le cause principali di perdita dell’udito tra gli anziani sono il normale processo di invecchiamento, l’esposizione a suoni forti in qualsiasi impostazione, l’alta pressione sanguigna, il diabete, l’uso di alcuni medicinali (tra cui diuretici, antibiotici e anti-infiammatori, responsabili di danni a carico dell’apparato uditivo specie se in presenza di una ridotta funzionalità renale, frequente nelle persone anziane).
La riduzione della capacità uditiva legata all’età o presbiacusia è un fenomeno comune nell’invecchiamento progressivo, bilaterale e spesso silente, del quale gli individui sono spesso inconsapevoli, a differenza di quanto notano conviventi e conoscenti. L'esclusione dalla comunicazione può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana, causando sentimenti di solitudine, isolamento e frustrazione; è associata nell’anziano a declino cognitivo precoce; si associa anche a un aumentato rischio di cadute, con la frequente conseguente frattura del femore, una delle principali cause di disabilità per l’anziano.
L’uso di dispositivi acustici e la riabilitazione permettono a coloro che perdono l'udito di raggiungere il loro pieno potenziale uditivo, però anche tra gli anziani rimane fondamentale l'identificazione precoce del deficit. A questo proposito, l’Oms raccomanda l’esecuzione di test annuali dell'udito in persone di età superiore ai 60 anni al fine di identificare la perdita dell'udito correlata all'età e poter intervenire in modo adeguato e tempestivo.
La diagnosi e il trattamento della presbiacusia rappresentano, quindi, importanti priorità di salute pubblica. Essendo, inoltre, la diagnosi di presbiacusia semplice e poco dispendiosa, l’accesso ai servizi diagnostici audiologici per l’anziano risulta di particolare rilevanza ai fini della prevenzione delle complicanze legate alla progressiva riduzione della capacità uditiva.
Risorse utili
- Le infografiche (pdf 114 kb) e il flyer (pdf 714 kb) Oms prodotti in occasione della Giornata mondiale sull’udito.
Problemi di masticazione
Le malattie orali hanno un andamento generalmente progressivo e cumulativo: il processo di invecchiamento del cavo orale può aumentare infatti il rischio di malattia in modo diretto o indiretto ed è ulteriormente aggravato da un cattivo stato generale di salute e malattie croniche non trasmissibili (Mcnt). I problemi di masticazione che caratterizzano l’età avanzata diventano un fattore di rischio di disabilità importante per le ricadute su corretta nutrizione e mantenimento di adeguati peso corporeo e massa muscolare. Nell’anziano, si osservano elevati valori di comorbilità e ostacoli all'assistenza associati a condizioni patologiche e/o di rischio quali: peggiore stato della dentizione, prevalenza di carie con necessità di assistenza insoddisfatte, scarsa igiene orale, perdita dei denti e limitato funzionamento orale, condizioni relative alla dentiera, montaggio errato di protesi mobili, cancro del cavo orale e lesioni della mucosa orale, xerostomia, dolore cranio-facciale e disagio.
La perdita dei denti è l'ultima conseguenza della carie e della parodontite, malattia gengivale, che derivano dall'esposizione permanente a fattori di rischio comuni ad altre Mcnt quali ad esempio stili di vita non salutari, diete ricche di zuccheri, igiene orale inadeguata (che tra gli anziani è anche più presente), abitudine tabagica e consumo eccessivo di alcol. Secondo la World Health Survey, la perdita completa dei denti colpisce circa il 30% delle persone di età compresa tra 65 e 74 anni; tuttavia, i tassi di prevalenza aumentano drammaticamente nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente tra i gruppi di popolazione poveri e svantaggiati.
Tra le persone anziane, è ancora più rilevante l’associazione tra salute orale e stato di salute generale: una cattiva salute orale aumenta i rischi per la salute generale in quanto ridotte capacità di masticare e mangiare influiscono negativamente sull'assunzione nutrizionale e a sua volta una nutrizione deficitaria può provocare una risposta immunitaria bassa. Lo stato di cattiva salute orale infatti, per il suo effetto sulla masticazione e sulla deglutizione, è una delle maggiori cause di malnutrizione che si traduce in apporto scorretto e sbilanciato di sostanze nutritive, comportando gravi carenze di energia. Grave malattia parodontale è associata a diabete e infezione da Hiv e, allo stesso modo, altre malattie sistemiche e/o gli effetti collaterali dei loro trattamenti - l’età anziana è caratterizzata da un'alta prevalenza di terapie multi-farmaco - possono portare a un aumentato rischio di malattie orali, riduzione del flusso salivare ("secchezza delle fauci"), alterazione dei sensi del gusto e dell'olfatto, dolore oro-facciale, crescita eccessiva delle gengive, riassorbimento osseo alveolare e mobilità dei denti. Oltre che alla perdita dei denti, una funzionalità masticatoria alterata è correlata anche alla mancanza di saliva, alla forza della masticazione e ai problemi di malocclusione.
Gli ostacoli a una buona salute orale degli anziani sono diversi e comunque consistenti: l'accesso all'assistenza sanitaria orale può essere impedito da una mobilità ridotta o compromessa, dai costi reali o percepiti dei trattamenti odontoiatrici o da un atteggiamento inadeguato nei confronti della salute orale, o da combinazioni di aspetti differenti. Ancor di più, poiché in molti casi le persone anziane vivono da sole, lontano da amici e familiari, la mancanza di sostegno sociale e sentimenti di solitudine/isolamento possono influenzare la loro salute mentale e livello di benessere, rendendo ulteriormente difficoltoso l’accesso alle cure odontoiatriche. Come indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità, la sorveglianza dei problemi di salute orale è rilevante perché i servizi sanitari riconoscano i fattori di rischio psicosociale e identifichino le aree prioritarie di intervento al fine di garantire un’offerta di servizi e assistenza appropriata, equa e accessibile.
Risorse utili
- Le pagine del sito Oms dedicate alla salute orale.
- L’articolo “Oral health in the elderly patient and its impact on general well-being: a nonsystematic review” pubblicato nel 2015 su Clin Interv Aging.
- Le pagine del sito del ministero della Salute dedicate alla salute dei denti e della bocca.
Definizioni operative
Problemi di vista
I problemi di vista sono indagati con una semplice domanda che non fa riferimento ad alcuna diagnosi medica ma semplicemente da conto della percezione del singolo intervistato di avere un deficit della vista tale da rendere difficoltoso leggere il giornale, cucire, leggere l’ora sull’orologio, o fare piccoli lavori: «Vede bene per leggere il giornale, cucire, leggere l’ora sull’orologio o fare piccoli lavori?». Alla domanda si può rispondere in tre diversi modi possibili: “si, abbastanza”, “si, solo se indosso gli occhiali”, “no, non vedo bene”.
Prevalenza di persone con problemi di vista
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, con 65 o più anni di età. |
Numeratore |
Persone con 65 o più anni che hanno risposto “no, non vedo bene” alla domanda sulla difficoltà di leggere il giornale, cucire, leggere l’ora sull’orologio, o fare piccoli lavori. |
Denominatore |
Intervistati che hanno risposto alla domanda sulla difficoltà di leggere il giornale, cucire, leggere l’ora sull’orologio, o fare piccoli lavori, corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza riferita al periodo di rilevazione (sulla popolazione con 65 e più anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore fa riferimento a un comportamento abituale. |
Significato per la salute pubblica |
Le disabilità percettive legate alla vista condizionano le capacità di comunicazione della persona ultra 64enne peggiorandone notevolmente la qualità della vita. I problemi di vista costituiscono inoltre un importante fattore di rischio per le cadute. Nel 1997, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato un programma d’azione per eliminare i problemi di vista evitabili entro il 2020. Per far questo è importante fornire un’assistenza oculistica appropriata alle persone con disabilità visive collegate all’età e ridurre le iniquità di accesso all’uso di occhiali correttivi tra le donne e gli uomini di età più avanzata. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore fornisce un dato riferito. |
Problemi di udito
Il problema di udito è indagato con semplice domanda che non fa riferimento ad alcuna diagnosi medica ma rileva la percezione del singolo di avere un deficit di udito tale da rendere difficoltoso fare quattro chiacchiere con qualcuno.
Nel questionario si chiede: «Sente bene da poter fare quattro chiacchiere con qualcuno?» e le riposte possibili sono: “si, abbastanza”, “si, solo se indosso l’apparecchio acustico”, “no, non sento bene”.
Prevalenza di persone con problemi di udito
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, con 65 o più anni di età. |
Numeratore |
Persone con 65 o più anni che hanno risposto “no, non sento bene” alla domanda sulla difficoltà a fare quattro chiacchiere con qualcuno. |
Denominatore |
Intervistati che hanno risposto alla domanda sulla difficoltà a fare quattro chiacchiere con qualcuno, corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza riferita al periodo di rilevazione (sulla popolazione con 65 e più anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore fa riferimento a un comportamento abituale. |
Significato per la salute pubblica |
La riduzione dell’udito e le conseguenti difficoltà a entrare in comunicazione con gli altri hanno un effetto considerevole sulla vita fisica, emotiva e sociale della persona, che presenta con maggior frequenza segni di depressione, insoddisfazione della vita e un minor coinvolgimento nelle attività sociali. La presbiacusia si associa anche a un aumentato rischio di cadute, con la frequente conseguente frattura del femore, una delle principali cause di disabilità per l’anziano. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore fornisce un dato riferito. |
Problemi di masticazione
Il problema di masticazione è indagato con la domanda «Di solito, può mangiare i cibi difficili da masticare, come la carne o le mele?» Alla domanda si può rispondere in tre diversi modi possibili: “si, abbastanza”, “si, solo se uso la dentiera”, “no, non riesco a mangiare cibi difficili”.
Prevalenza di persone con problemi di masticazione
Popolazione di riferimento |
Residenti in un Comune della Asl e iscritti all’anagrafe assistiti della Asl, con 65 o più anni di età. |
Numeratore |
Persone con 65 o più anni che hanno risposto “no, non riesco a mangiare cibi difficili” alla domanda sulla difficoltà a mangiare cibi difficili. |
Denominatore |
Intervistati che hanno risposto alla domanda sulla difficoltà a mangiare i cibi difficili da masticare, come la carne o le mele, corrisponde in pratica all’intero campione. |
Misure di frequenza |
Prevalenza riferita al periodo di rilevazione (sulla popolazione con 65 e più anni), con intervalli di confidenza al 95%. |
Intervallo temporale di riferimento per la definizione di caso |
L’indicatore fa riferimento a un comportamento abituale. |
Significato per la salute pubblica |
Le difficoltà di masticazione, d’altro canto possono limitare l’assunzione di importanti alimenti più difficili da masticare, determinando talvolta problemi di malnutrizione e anche perdita di peso. Infine, la mancanza di denti o comunque una dentatura compromessa può determinare anche forme di disagio psicologico con fenomeni di isolamento sociale e perdita di stima. |
Limiti dell’indicatore |
L’indicatore fornisce un dato riferito. |
Focus
Problemi di vista, udito e masticazione
- leggi l’approfondimento sulla Giornata mondiale dell’udito 2022, la notizia sul sito ISS e scarica la postcard PASSI d’Argento per la Giornata mondiale dell’udito 2022 in italiano (pdf 537 Kb) e in inglese (pdf 626 kb)