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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro


Vaccinazioni per gruppi di popolazione: gruppi a rischio

ATTENZIONE: Pagina in corso di aggiornamento sulla base del nuovo Piano vaccinale 2023-2025

Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 (Pnpv) «la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un aumentato rischio di contrarre malattie infettive invasive e sviluppare in tal caso complicanze gravi». Il Pnpv fornisce un elenco che riporta per ciascun vaccino, le condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione, considerato l’aumentato rischio in caso di infezione per questi soggetti:

  • Vaccino anti Morbillo-Parotite-Rosolia: in assenza di accettabili evidenze di immunità verso anche una sola delle tre patologie incluse nel vaccino, si raccomanda la vaccinazione, anche in età adulta, dei soggetti affetti dalle seguenti condizioni patologiche:
    • immunodepressione con conta dei linfociti CD4≥ 200/mL
    • infezioni da Hiv con conta dei linfociti T CD4+ ≥ 200/mL
    • diabete
    • malattie polmonari croniche
    • alcoolismo cronico
    • asplenia anatomica o funzionale e candidati alla splenectomia
    • deficienza dei fattori terminali del complemento
    • malattie epatiche croniche gravi
    • insufficienza renale/surrenalica cronica
    • soggetti riceventi fattori della coagulazione concentrati
    • soggetti conviventi con soggetti affetti dalle patologie sopraelencate.
  • Vaccino anti-varicella: per quanto riguarda la varicella, le seguenti condizioni patologiche sono considerate ad elevato rischio e di conseguenza si raccomanda l’adeguata immunizzazione dei soggetti suscettibili:
    • leucemia linfatica acuta in remissione, a distanza di almeno tre mesi dal termine dell’ultimo ciclo di chemioterapia e con parametri immunologici compatibili
    • insufficienza renale/surrenalica cronica
    • soggetti in attesa di trapianto d’organo
    • infezione da Hiv senza segni di immunodeficienza e con una proporzione di CD4 ≥ 200/mL
    • diabete
    • malattie polmonari croniche
    • alcoolismo cronico
    • asplenia anatomica o funzionale e candidati alla splenectomia
    • deficienza terminale del complemento
    • epatopatie croniche
    • soggetti riceventi fattori della coagulazione concentrati
    • soggetti affetti da patologie del motoneurone
    • soggetti destinati a terapia immunosoppressiva
    • soggetti conviventi con soggetti affetti dalle patologie sopraelencate.

Si raccomanda la vaccinazione di soggetti suscettibili conviventi con persone affette da immunodepressione severa, allo scopo di proteggere al meglio questi soggetti ad elevato rischio, in quanto per essi non è raccomandata la somministrazione di vaccini vivi attenuati. Di seguito le categorie ascrivibili alla classe di “severità” di immunodepressione:

  • soggetti con Aids o altre manifestazioni cliniche dell’infezione da Hiv
  • soggetti affetti da neoplasie che possono alterare i meccanismi immunitari
  • soggetti con deficit dell’immunità cellulare
  • soggetti con disgammaglobulinemia o ipogammaglobulinemia
  • soggetti in terapia immunosoppressiva a lungo termine.

La condizione di suscettibilità viene definita in base al ricordo anamnestico di pregressa malattia, senza necessità di test sierologici di conferma.

  • Vaccino anti-influenzale: obiettivo primario della vaccinazione anti-influenzale è la prevenzione delle forme gravi di influenza in particolare nelle categorie a maggiore rischio di patologia complicata. Pertanto, oltre ai soggetti a rischio per età, la vaccinazione è raccomandata a tutti i soggetti oltre i sei mesi di vita nelle seguenti condizioni patologiche:
    • malattie croniche dell’apparato respiratorio (incluse l’asma di grado severo, le displasie polmonari, la fibrosi cistica e la Bpco)
    • malattie dell’apparato cardio-circolatorio (incluse le cardiopatie congenite e acquisite)
    • malattie metaboliche quali diabete mellito o obesità con Bmi>30 e gravi patologie associate
    • soggetti affetti da patologie neoplastiche
    • insufficienza renale/surrenalica cronica
    • malattie epatiche croniche
    • malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale
    • malattie ematologiche ed emoglobinopatie
    • immunodeficienze congenite o acquisite compresa l’infezione da Hiv e le forme di immunodepressione iatrogena da farmaci
    • patologie per le quali sono programmati interventi di chirurgia maggiore
    • patologie associate a un incrementato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie quali le malattie neuromuscolari
    • soggetti splenectomizzati
    • bambini o adolescenti in terapia a lungo termine con acido acetilsalicilico a rischio di sviluppare sindrome di Reye in caso di sopraggiunta infezione influenzale
    • soggetti di qualunque età residenti in strutture socio-sanitarie, in particolare anziani e disabili
    • soggetti conviventi con persone appartenenti a categorie a elevato rischio. 
  • Vaccino anti-epatite A: si consiglia l’effettuazione del vaccino per l’epatite A nelle seguenti categorie di soggetti con condizioni patologiche a rischio:
    • soggetti affetti da epatopatia cronica (in conseguenza della maggiore suscettibilità di tali pazienti per l’insorgenza di forme fulminanti)
    • pazienti con coagulopatie tali da richiedere terapia a lungo termine con derivati di natura ematica
    • tossicodipendenti
    • soggetti a rischio per soggiorni in aree particolarmente endemiche.
  • Vaccino anti-epatite B: in aggiunta alla vaccinazione universale per tutti i nuovi nati, si raccomanda la vaccinazione di tutti gli adulti non precedentemente vaccinati e appartenenti a categorie a rischio per l’infezione da epatite B. In particolare si raccomanda la vaccinazione nelle seguenti categorie di soggetti:
    • pazienti politrasfusi ed emofiliaci
    • emodializzati e uremici cronici di cui si prevede l’ingresso in dialisi
    • soggetti affetti da lesioni eczematose croniche o psoriasiche alle mani
    • soggetti con infezione da Hiv
    • soggetti affetti da epatopatia cronica in particolare se correlata ad infezione da Hcv (l’infezione da Hbv potrebbe infatti causare un ulteriore aggravamento della patologia già in atto)
    • tossicodipendenti
    • soggetti istituzionalizzati in centri per persone con disabilità fisiche e mentali
    • soggetti conviventi con soggetti affetti dalle condizioni sopraelencate.
  • Vaccino anti-meningococco: i soggetti affetti da determinate patologie sono esposti a un incrementato rischio di infezione meningococcica invasiva. Pertanto, si raccomanda l’immunizzazione con vaccino antimeningococco coniugato nei soggetti affetti dalle seguenti condizioni patologiche:
    • emoglobinopatie quali talassemia e anemia falciforme
    • asplenia funzionale o anatomica e candidati alla splenectomia in elezione
    • immunodepressione congenita o acquisita (in particolare in caso di trapianto d’organo, terapia antineoplastica o terapia sistemica corticosteroidea ad alte dosi)
    • diabete mellito di tipo 1
    • insufficienza renale/surrenalica cronica
    • infezione da Hiv
    • epatopatie croniche gravi
    • perdite di liquido cerebrospinale da traumi o intervento
    • difetti congeniti del complemento (C5 – C9)
    • difetti dei Toll like receptors di tipo 4
    • difetti della properdina.
    • soggetti conviventi con soggetti affetti dalle patologie sopraelencate
  • Vaccino anti-pneumococcico: la presenza di patologie predisponenti può indurre un aumentato rischio di infezione pneumococcica severa e delle sue complicanze. Di conseguenza la vaccinazione antipneumococcica è consigliata a tutti coloro che presentino le seguenti patologie o condizioni predisponenti:
    • cardiopatie croniche
    • malattie polmonari croniche
    • diabete mellito
    • epatopatie croniche, inclusa la cirrosi epatica e le epatopatie croniche evolutive da alcool
    • alcoolismo cronico
    • soggetti con perdite liquorali da traumi o intervento
    • presenza di impianto cocleare
    • emoglobinopatie quali anemia falciforme e talassemia
    • immunodeficienze congenite o acquisite
    • infezione da Hiv
    • condizioni di asplenia anatomica o funzionale e pazienti candidati alla splenectomia
    • patologie onco-ematologiche (leucemie, linfomi e mieloma multiplo)
    • neoplasie diffuse
    • trapianto d’organo o di midollo
    • patologie richiedenti un trattamento immunosoppressivo a lungo termine
    • insufficienza renale/surrenalica cronica.
  • Vaccinazione anti Haemophilus influenzae tipo b (Hib): la vaccinazione è offerta attivamente a tutti i nuovi nati. Inoltre i soggetti con alcune forme di immunodepressione presentano un particolare rischio di contrarre una forma di infezione da Hib invasiva; di conseguenza tale vaccinazione risulta raccomandata, qualora non effettuata in età infantile, nelle seguenti condizioni patologiche:
    • asplenia di carattere anatomico o funzionale o soggetti in attesa di intervento di splenectomia in elezione
    • immunodeficienze congenite o acquisite quali deficit anticorpale in particolare in caso di deficit della sottoclasse IgG2 o soggetti Hiv positivi
    • deficit del complemento
    • soggetti riceventi trapianto di midollo o in attesa di trapianto di organo solido
    • soggetti sottoposti a chemioterapia o radioterapia per il trattamento di neoplasie maligne
    • portatori di impianto cocleare.
  • Vaccinazione anti-zoster: l’Herpes Zoster è una malattia debilitante causata dalla riattivazione del virus della varicella VZV silente nei gangli del sistema nervoso. La presenza di alcune patologie può aumentare il rischio di patologia da herpes zoster o aggravarne il quadro sintomatologico. Oltre alla fascia d’età anziana la vaccinazione va quindi offerta in presenza di:
  • diabete mellito
  • patologia cardiovascolare
  • Bpco
  • soggetti destinati a terapia immunosoppressiva.

È importante che in previsione di una possibile gravidanza, le donne in età fertile siano protette nei confronti di morbillo-parotite-rosolia (MPR) e della varicella, dato l’elevato rischio per il nascituro di infezioni contratte durante la gravidanza, specie nelle prime settimane di gestazione. In particolare, per la varicella, se contratta nell’immediato periodo pre-parto, il rischio, oltre che per il nascituro, è anche molto grave per la madre. Riguardo questi vaccini è importante sapere che:

  • le vaccinazioni con vaccini vivi attenuati non sono indicate se la donna è in gravidanza, ma è importante sottolineare che esistono molti casi di donne vaccinate durante gravidanze misconosciute e il tasso di effetti avversi sul feto non è stato diverso da quello riscontrato nei neonati da madri non vaccinate
  • nel caso una donna non risulti immune contro la rosolia o la varicella (o entrambe) durante la gravidanza è importante che sia immunizzata prima della dimissione dal reparto maternità, nell’immediato post partum.

Rispetto al vaccino antinfluenzale è importante che la donna sia immunizzata durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza. Infatti l’influenza stagionale aumenta il rischio di ospedalizzazione, di prematurità e basso peso del nascituro e di interruzione di gravidanza.

 

Durante la gestazione è di grande importanza anche la vaccinazione contro difterite, tetano e pertosse. Vaccinare la madre nelle ultime settimane di gravidanza consente il trasferimento passivo di anticorpi in grado di immunizzare il neonato fino allo sviluppo di una protezione attiva da vaccinazione del bambino. Il vaccino si è dimostrato sicuro sia per la donna in gravidanza, sia per il feto.

 

È raccomandata anche la vaccinazione delle donne di 25 anni di età con vaccino anti-HPV, anche utilizzando l’occasione opportuna della chiamata al primo screening per la citologia cervicale (Pap-test), oltre alla raccomandazione di utilizzo della vaccinazione secondo gli indirizzi delle Regioni (regime di co-pagamento) per tutte le donne.

Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 (Pnpv) «Alcune categorie professionali che lavorano a contatto con soggetti e/o con materiali potenzialmente infetti, sono a rischio di esposizione a malattie infettive prevenibili con vaccinazione. Per tali categorie professionali, dei programmi di vaccinazione ben impostati possono ridurre in modo sostanziale i rischi sia di acquisire pericolose infezioni occupazionali, sia di trasmettere patogeni ad altri lavoratori e soggetti con cui i lavoratori possono entrare in contatto (ad esempio bambini nelle scuole o pazienti nelle strutture sanitarie)». Le categorie di lavoratori per cui sono indicate specifiche vaccinazioni sono:

  • operatori sanitari: per gli operatori sanitari un adeguato intervento di immunizzazione è fondamentale per la prevenzione ed il controllo delle infezioni (anti-epatite B, anti-influenzale, anti-morbillo, parotite, rosolia (MPR), anti-varicella, anti-pertosse). Nella maggior parte dei casi, l’immunizzazione attiva riveste un ruolo non soltanto di protezione del singolo operatore, ma soprattutto di garanzia nei confronti dei pazienti, ai quali l’operatore potrebbe trasmettere l’infezione determinando gravi danni e persino casi mortali. Anche per gli studenti dei corsi di laurea dell’area sanitaria sono fortemente raccomandate le medesime vaccinazioni indicate per gli operatori sanitari.
  • personale di laboratorio: il personale di laboratorio, sia esso di ricerca o industriale, così come il personale addetto alla lavorazione degli emoderivati, spesso lavora a stretto contatto con patogeni che causano malattie prevenibili da vaccini. Una corretta immunizzazione di questi operatori (che non deve in alcun modo sostituire l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale) può prevenire la trasmissione accidentale di questi patogeni. In generale, il personale di laboratorio che lavora a contatto o a possibile esposizione con un determinato patogeno per cui esista un vaccino efficace, deve essere immunizzato.
  • operatori scolastici: personale che lavora a contatto con neonati, bambini o adolescenti può beneficiare di determinate vaccinazioni. In particolare, chi è a contatto con bambini nelle prime fasi di vita è a rischio sia di contrarre patologie infettive tipiche dell’infanzia, sia di essere esso stesso veicolo di infezione. Pertanto sono consigliate tutte le vaccinazioni a copertura delle patologie tipiche dell’età infantile.
  • lavoratori a contatto con animali o materiale di origine animale: lavoratori che sono a stretto contatto con animali o materiale derivato da animali (allevatori, addetti all’attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero professionisti) sono a rischio di esposizione a malattie prevenibili da vaccini che possono essere trasmesse dall’animale all’uomo.
  • soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo: per gli impiegati in forze di polizia, vigili del fuoco, personale militare, determinate vaccinazioni sono indicate sia per proteggere i lavoratori stessi, sia per evitare, a causa dell’infezione, l’interruzione di servizi essenziali per la collettività.
  • altre categorie di lavoratori a rischio: particolari categorie di lavoratori, quali personale di assistenza in centri di recupero per tossicodipendenti, personale di istituti che ospitano persone con disabilità fisiche e mentali, addetti alla raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti, tatuatori e body piercers, in quanto potenzialmente a rischio di contrarre alcune patologie infettive, possono beneficiare di campagne vaccinali mirate.
  • anche soggetti che si recano spesso all’estero per lavoro sono a rischio di contrarre determinate malattie infettive. In questo ultimo caso è utile consultare la sezione dedicata alle vaccinazioni per i viaggiatori internazionali.

Vaccinazione anti-epatite A: è indicata per i soggetti che:

  • lavorano a contatto con primati infettati dal virus dell’epatite A (Hav)
  • lavorano con Hav in strutture laboratoristiche.

Vaccinazione anti-epatite B: l’epatite B rappresenta l’infezione per la quale il rischio professionale per determinate categorie professionali, e in particolare per gli operatori sanitari, è massimo, ed è quindi indispensabile che la vaccinazione sia effettuata a tutti, possibilmente prima di iniziare le attività a rischio. Sono somministrate 3 dosi di vaccino ai tempi 0, 1 e 6-12 mesi. Qualora si sia immediatamente esposti al rischio di infezione, è possibile effettuare la vaccinazione con una schedula rapida a 4 dosi (0, 1, 2, 12 mesi), che garantisce elevate probabilità di risposta protettiva già dopo le prime 3 dosi. Si rammenta inoltre la necessità di verificare l’avvenuta sieroconversione (presenza di anticorpi anti-HBs) un mese dopo l’esecuzione dell’ultima dose (secondo quanto disposto dal D.M 20/11/2000, art.4) per avere certezza dell’instaurazione della memoria immunologica. Ai lavoratori a rischio nati dal 1980 in poi, che si presume siano stati sottoposti a vaccinazione anti-epatite B al dodicesimo anno di età, così come ai lavoratori a rischio nati dopo il 1991, che si presume siano stati vaccinati nel primo anno d’età, si raccomanda l’esecuzione del test per verificare il livello di anti-HBs prima di iniziare le attività a rischio. Un risultato positivo testimonia la presenza della memoria immunologica e non necessita di ulteriori interventi. Al contrario, ai soggetti che risultano negativi al test si raccomanda l’effettuazione di una sola dose di vaccino e un nuovo controllo anticorpale a distanza di un mese. La positività di anti-HBs indica la presenza di memoria immunologica, la sua persistente negatività indica la necessità di completare il ciclo vaccinale con ulteriori due dosi, seguite da un nuovo controllo sierologico a distanza di un mese. Ai soggetti non rispondenti a un ciclo vaccinale, è possibile somministrare fino a 3 ulteriori dosi (ai tempi 0, 1, 6 mesi) per tentare di conferire protezione al lavoratore a rischio. Pertanto, oltre alla vaccinazione di tutti i nuovi nati prevista nel calendario vaccinale, per la quale non vi sono dosi di richiamo (booster), si raccomanda l’offerta gratuita ai seguenti soggetti mai vaccinati:

  • personale sanitario di nuova assunzione nel Servizio sanitario nazionale (Ssn) e personale del Ssn già impegnato in attività a maggior rischio di contagio e segnatamente che lavori in reparti di emodialisi, rianimazione, oncologia, chirurgia generale e specialistica, ostetricia e ginecologia, malattie infettive, ematologia, laboratori di analisi, centri trasfusionali, sale operatorie, studi dentistici, medicina legale e sale autoptiche, pronto soccorso, assistenza sanitaria nelle carceri
  • soggetti che svolgono attività di lavoro, studio e volontariato nel settore della sanità
  • persone che si rechino per motivi di lavoro in aree geografiche ad alta endemia di Hbv
  • addetti al soccorso e al trasporto di infortunati e infermi
  • personale di assistenza in centri di recupero per tossicodipendenti
  • personale di istituti che ospitano persone con disabilità fisiche e mentali
  • personale addetto alla lavorazione degli emoderivati
  • personale religioso che svolge attività nell'ambito dell'assistenza sanitaria
  • personale della Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di finanza, Corpo degli agenti di custodia, Comandi provinciali dei Vigili del fuoco, Comandi municipali dei Vigili urbani, appartenenti al Corpo forestale dello Stato
  • addetti alla raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti
  • tatuatori e body piercers
  • addetti al lavaggio di materiali potenzialmente infetti
  • addetti ai servizi cimiteriali e funebri
  • lavoratori incaricati della gestione dell'emergenza e del pronto soccorso aziendale.

Vaccinazione antinfluenzale: oltre alla salvaguardia della salute del singolo, ha il duplice scopo di proteggere i soggetti con cui il lavoratore può venire a contatto ed ai quali può trasmettere l’infezione, e di evitare l’interruzione di servizi essenziali per la collettività. Inoltre, tale vaccinazione è indicata per il personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. Infine, è internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale, da parte dei datori di lavoro, ai lavoratori particolarmente esposti (per il tipo di attività svolta), al fine di contenere ricadute negative sulla produttività. Gli operatori sanitari in particolare, rappresentano una categoria target per la vaccinazione antinfluenzale, ai fini della protezione del singolo, della riduzione della diffusione dell'influenza a gruppi vulnerabili di pazienti e del mantenimento dell’erogazione dei servizi sanitari durante le epidemie influenzali. Per questa ragione è necessario che ogni Azienda sanitaria promuova attivamente le iniziative ritenute idonee a incrementare l’adesione alla vaccinazione da parte dei propri operatori e degli studenti dei corsi durante l’annuale campagna vaccinale che si svolge nella stagione autunnale. Ogni anno il Ministero predispone una Circolare, contenente indicazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza stagionale. Il documento, oltre a fornire informazioni sulla sorveglianza epidemiologica durante la stagione in corso, individua le categorie di persone, cui è raccomandata la vaccinazione. Le categorie di lavoratori indicate nella Circolare “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione2016-2017” sono:

  • medici e personale sanitario di assistenza
  • soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori:
    • Forze di polizia
    • Vigili del fuoco
    • altre categorie socialmente utili potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi vincolanti allo svolgimento della loro attività lavorativa
    • lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività (è internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro a tale categoria di lavoratori).
  • personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani:
    • allevatori
    • addetti all’attività di allevamento
    • addetti al trasporto di animali vivi
    • macellatori e vaccinatori
    • veterinari pubblici e libero-professionisti.

Vaccinazione anti-meningoencefalite da zecca (Tbe): è raccomandata per soggetti professionalmente esposti, in particolare lavoratori in aree endemiche e in zone rurali e boschive (come contadini e militari).

 

Vaccinazione anti-Morbillo, Parotite e Rosolia (MPR): in accordo con il Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, si raccomanda che la vaccinazione sia attiva e gratuita per tutti gli adulti non immuni anche per una sola delle tre malattie oggetto della vaccinazione. I soggetti adulti non immuni devono essere vaccinati in tutte le occasioni opportune. Per tutte queste patologie il ricordo di aver avuto la malattia non può essere considerato affidabile. Al fine di ridurre il rischio di casi di rosolia in gravidanza e di rosolia congenita, deve essere proposta la vaccinazione a tutte le donne in età fertile che non hanno una documentazione di vaccinazione o di sierologia positiva per rosolia (procrastinando la possibilità di intraprendere una gravidanza per 1 mese). La vaccinazione deve essere somministrata in due dosi distanziate di almeno 4 settimane. La vaccinazione può essere effettuata anche in caso di suscettibilità ad una soltanto delle 3 malattie prevenute dal vaccino Mpr. La vaccinazione con Mpr degli operatori sanitari suscettibili è indispensabile sia per evitare il contagio dell’operatore stesso (basti rammentare la pericolosità del morbillo nell’adulto e della rosolia per le donne in età fertile), sia la possibile trasmissione di agenti infettivi ai pazienti, con possibili conseguenti epidemie nosocomiali. In particolare, devono essere approntati specifici programmi per vaccinare:

  • tutte le donne suscettibili esposte a elevato rischio professionale, in particolare le lavoratrici in asili nido, scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di primo grado
  • tutti gli operatori sanitari suscettibili.

Vaccinazione anti-pertosse (dTaP): i soggetti a stretto contatto con neonati e bambini sono a rischio di contrarre la pertosse, ma anche soprattutto di trasmettere questa infezione a bambini nella prima fase di vita (quindi non ancora immunizzati). In particolare, diversi studi hanno dimostrato come gli operatori sanitari siano ad alto rischio di contrarre la pertosse, e che la trasmissione di questi patogeni all’interno delle strutture sanitarie ponga un rischio sostanziale di severe patologie nosocomiali, in particolare nei neonati e negli immunocompromessi. Pertanto, per la protezione del neonato è consigliabile un richiamo con dTaP per:

  • gli operatori dei reparti coinvolti nell’assistenza al neonato
  • gli operatori degli asili nido
  • tutte le altre figure che accudiscono il neonato.

Vaccinazione anti-rabbica: la profilassi pre-esposizione è consigliata a tutti i lavoratori a continuo rischio di esposizione al virus della rabbia (ad esempio il personale di laboratorio che lavora a contatto con tale virus, i veterinari, i biologi, gli stabulari, gli operatori di canili e altri lavoratori a contatto con animali potenzialmente infetti).

 

Vaccinazione anti-tubercolare (BCG): il DPR 465/2001 ha drasticamente limitato le indicazioni di uso di questa vaccinazione ai soli operatori sanitari ad alto rischio di esposizione ai ceppi di bacilli tubercolari multi-farmacoresistenti, oppure a quelli che lavorano in ambienti ad alto rischio e non possano, in caso di cuticonversione, essere sottoposti a terapia preventiva, perché presentano controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici. Inoltre, gli articoli 2, 17, 279 e 304 del D.lgs. 81/2008 abrogano implicitamente la previgente normativa in materia riportando come sia necessario un piano di valutazione del rischio per stabilire la necessità della profilassi vaccinale. Si fanno rientrare nella categoria dei soggetti da essere sottoposti a un piano di valutazione del rischio gli studenti di medicina e delle lauree sanitarie, gli specializzandi di area medico-chirurgica, lasciando al documento di valutazione del rischio l’individuazione di altri soggetti (come quelli che prestano assistenza ai soggetti fragili anche al di fuori delle strutture sanitarie).

 

Vaccinazione anti-varicella:la presenza di fasce di suscettibilità alla varicella tra gli adulti (età nella quale l’infezione può assumere caratteri di maggiore gravità) e l’evidenza scientifica dell’insorgenza di diverse epidemie nosocomiali, rende necessario proporre attivamente questa vaccinazione a:

  • persone suscettibili che lavorano in ambiente sanitario. Prioritariamente la vaccinazione dovrebbe essere eseguita dal personale sanitario che è a contatto con neonati, bambini, donne gravide o con persone immunodepresse
  • operatori scolastici suscettibili (il ricordo anamnestico ha, per quanto riguarda la varicella, valori predittivi molto elevati) che sono a contatto con neonati e bambini e operano nei seguenti ambienti: asili nido, scuole dell’infanzia, scuole primarie, scuole secondarie.

La vaccinazione va effettuata in due dosi a distanza di almeno 28 giorni una dall’altra. 

Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 (Pnpv) «Alcune categorie di soggetti presentano un rischio aumentato di esposizione ad alcune malattie infettive a causa di determinate situazioni di vita o comportamenti. Pertanto in tali condizioni si suggerisce di effettuare le adeguate vaccinazioni».

 

Vaccino anti-influenzale: dato che la gravidanza si accompagna a un aumentato rischio di infezione influenzale di grado severo, in particolare qualora si associno ulteriori co-morbosità, si raccomanda di effettuare la vaccinazione per tutte le donne che, all’inizio della stagione influenzale, si trovino nel secondo-terzo mese di gravidanza.

 

Vaccino anti- difterite, tetano, pertosse: dato che la pertosse contratta nei primi mesi di vita può essere molto grave, o persino mortale, è necessario offrire la massima protezione al neonato. La protezione conferita passivamente da madri che hanno contratto in passato la malattia o che sono state vaccinate molti anni prima è, infatti, labile e incostante a causa dell’immunità declinante conferita sia dalla malattia naturale che dalla vaccinazione; inoltre, la fonte di infezione è frequentemente la madre. Per questi motivi la vaccinazione della madre nelle ultime settimane di gravidanza con dTpa consente il trasferimento passivo di anticorpi capaci di proteggere il lattante fino all’effettuazione del ciclo vaccinale di base. La vaccinazione della donna deve essere offerta nel terzo trimestre (idealmente intorno alla 28a settimana) di ogni gravidanza (ovvero anche se già vaccinata in una precedente gravidanza).

 

Vaccino anti-epatite A: si consiglia l’effettuazione del vaccino per l’epatite A nelle seguenti categorie a rischio:

  • bambini fino ai sei anni di età, figli di immigrati che si recano in Paesi endemici o residenti in aree a maggiore rischio endemico
  • uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (men who have sex with men - Msm).

Vaccino anti-epatite B: i comportamenti a incrementato rischio di infezione per cui si raccomanda la vaccinazione sono:

  • conviventi e contatti di soggetti HBsAg positivi, indipendentemente dall’età
  • vittime di punture accidentali con aghi potenzialmente infetti
  • detenuti 
  • soggetti dediti alla prostituzione
  • uomini che fanno sesso con uomini
  • donatori di sangue appartenenti a gruppi sanguigni rari.

Vaccino anti-HPV: si consiglia l’effettuazione del vaccino per l’HPV nelle seguenti categorie a rischio:

  • uomini che fanno sesso con uomini.

Vaccinazione anti meningoencefalite da zecca (Tbe): tale vaccinazione è raccomandata, oltre che per i soggetti professionalmente esposti, per la popolazione residente in determinate aree rurali a rischio (stabilite valutando la situazione epidemiologica).

 

Risorse utili

Data di creazione della pagina:

Revisione a cura di: Antonietta Filia, Caterina Rizzo, Maria Cristina Rota - Dipartimento Malattie infettive, Iss