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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Farmacovigilanza: come leggere i dati



Il sistema di farmacovigilanza dei vaccini (vaccinovigilanza) monitora e valuta tutti gli eventi segnalati dopo la somministrazione di un vaccino, per accertare che il rapporto beneficio/rischio (B/R) si mantenga favorevole nel corso del tempo (per approfondire il funzionamento della vaccinovigilanza italiana vai alla pagina di EpiCentro dedicata al tema). Di seguito viene fornita una guida pratica per la comprensione della terminologia legata alle attività della farmacovigilanza.

 

La vaccinovigilanza passiva viene realizzata attraverso la raccolta e l’analisi delle segnalazioni spontanee di eventi avversi (in inglese “Adverse Event Following Immunization” o AEFI), da parte di medici, operatori sanitari e persone vaccinate, grazie alle quali è possibile identificare eventuali segnali da approfondire.

 

Un evento avverso è qualsiasi episodio sfavorevole che si verifica dopo la somministrazione di un farmaco o di un vaccino, ma che non è necessariamente causato dall’assunzione del farmaco o dall’aver ricevuto la vaccinazione. Va ricordato che la relazione temporale tra la vaccinazione e la comparsa di un evento avverso non è una condizione sufficiente per decretarne la causalità. L’analisi delle segnalazioni di eventi avversi permette dunque di classificarli come:

  • una reazione avversa, ovvero una risposta nociva e non intenzionale a un farmaco o a una vaccinazione per la quale è possibile stabilire una relazione causale con il farmaco o la vaccinazione stessa. Per distinguere, quindi, se siamo di fronte a una reazione avversa, dobbiamo valutare se è possibile risalire a una causa legata al prodotto medicinale. Non è sufficiente che l’evento avverso si sia verificato a breve distanza dalla vaccinazione o dall’assunzione del farmaco (per approfondire vai alla pagina di EpiCentro dedicata)
  • un effetto indesiderato, ovvero un effetto non intenzionale connesso alle proprietà del farmaco o del vaccino, che non è necessariamente nocivo ed è stato osservato in un certo numero di persone. Si tratta quindi di un possibile effetto noto del farmaco o vaccino, verificatosi nel corso del tempo e considerato accettabile.

Un ampio numero di segnalazioni è indice dell’elevata capacità del sistema nel monitorare la sicurezza di questi farmaci e allo stesso tempo importante per identificare nuove potenziali reazioni avverse, soprattutto se rare (1 su 10.000) e molto rare (meno di 1 su 10.000).

 

Per classificare gli eventi avversi, il Comitato Consultivo Globale per la Sicurezza dei Vaccini (GACVS) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha messo a punto un algoritmo specifico che tiene conto di diversi fattori:

  • relazione temporale fra la vaccinazione e l’evento segnalato;
  • presenza di possibili spiegazioni alternative
  • prove a favore dell’associazione tra la vaccinazione e l’evento
  • precedenti evidenze di letteratura
  • frequenza dell’evento segnalato nella popolazione generale, anche non vaccinata
  • plausibilità biologica.

Questo processo di valutazione consente di valutare la probabilità che un evento avverso associato nel tempo con la vaccinazione sia legato o meno da un rapporto di causa, cioè la probabilità per cui quel evento sia stato causato dal vaccino, e di classificarlo come:

  • correlabile: l’associazione causale fra evento e vaccino è considerata plausibile
  • non correlabile: altri fattori possono giustificare l’evento
  • indeterminato: l’associazione temporale è compatibile, ma le prove non sono sufficienti a supportare un nesso di causalità.

Le eventuali segnalazioni prive di informazioni sufficienti, per cui sono necessari ulteriori approfondimenti, si definiscono non classificabili.

 

La sorveglianza sulla potenziale associazione fra un certo evento e un vaccino tiene conto anche di valutazioni più generali. Per esempio si mettono a confronto il numero di segnalazioni ricevute di quell’evento, in seguito alla somministrazione del vaccino, rispetto alle segnalazioni dopo la somministrazione di un qualsiasi altro farmaco, per cercare di mettere in luce se un certo evento venga segnalato più frequentemente per un certo medicinale. L’analisi osservato/atteso permette invece di confrontare la frequenza con cui, in una determinata finestra temporale, un evento si osserva in relazione alla vaccinazione, rispetto alla frequenza con cui lo stesso evento si osserva nella popolazione generale. Entrambe le valutazioni permettono di identificare la possibilità di una potenziale associazione, che in quel caso sarebbe da approfondire ulteriormente.

 

Quando una segnalazione è considerata grave?

La gravità delle segnalazioni viene definita in base a criteri standardizzati che non sempre coincidono con la reale gravità clinica dell’evento. Come riporta l’AIFA, un evento è sempre grave se causa ospedalizzazione, ricorso al pronto soccorso, pericolo immediato di vita, invalidità, anomalie congenite, decesso, altra condizione clinicamente rilevante. Alcuni eventi avversi, inoltre, vengono considerati sempre gravi se presenti in una lista pubblicata e periodicamente aggiornata dall’Agenzia Europea dei Medicinali, sotto il nome di IME list (Important Medical Events, per es. febbre alta).

 

Risorse utili

 

Data di pubblicazione della pagina: 14 ottobre 2021

Testo rivisto da: Antonietta Filia e Maria Cristina Rota – Dipartimento Malattie infettive, ISS