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Istituto Superiore di Sanità
EpiCentro - L'epidemiologia per la sanità pubblica
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Ancora 15 anni per un mondo polio free



Eradicare la poliomielite: questo il prossimo passo a cui sono chiamate le autorità sanitarie. Un’operazione che ha un solo precedente – vecchio ormai di 36 anni – nell’eradicazione del vaiolo.

 

La Regione europea è polio-free dal 2002, ma nessun Paese è al sicuro dalla polio fino a quando il virus non sarà eradicato a livello globale. Uno dei tre tipi noti di poliovirus selvaggio (tipo 1) è ancora endemico in alcune zone del Pakistan e Afghanistan e la circolazione di poliovirus derivati dal vaccino è stata rilevata nel 2015 in diversi Paesi, tra cui l'Ucraina. È necessario quindi mantenere alti livelli di copertura vaccinale per interrompere la trasmissione in caso di importazione e per prevenire possibili epidemie.

 

L’Europa è protetta grazie all’ampia diffusione delle vaccinazioni. Ma sta crescendo, oltre all’idea che alcune malattie infettive appartengano al passato, un atteggiamento esitante e ostile verso le vaccinazioni e con esso aumentano le “sacche” con bassa copertura vaccinale dove le malattie trovano terreno. Per la poliomielite questo si è verificato nel 1992 in una comunità religiosa olandese, dove si è registrato un focolaio epidemico. Anche in Italia desta preoccupazione il recente trend in diminuzione delle coperture vaccinali.

 

Tuttavia ci sono anche buone notizie, anche se la loro straordinaria portata non è stata per il momento percepita dai media: a settembre 2015 è stato eradicato il virus selvaggio di tipo 2, informazione che verrà ufficializzata a maggio dalla 69a Assemblea dell’Oms. Inoltre, da 36 mesi non sono segnalati casi di poliomielite da tipo 3 e non si pecca di ottimismo ipotizzando di essere vicini anche alla sua eradicazione entro l’anno. Restano focolai di malattia in Pakistan e in Afghanistan, zone di guerra e contrasto religioso, dove i programmi vaccinali non vengono avviati né trovano continuità.

 

Per quanto riguarda l’eradicazione del tipo 2, questo fatto epocale consentirà di modificare le attuali strategie vaccinali passando (switch), nei Paesi dove si utilizza il vaccino orale (oral polio vaccine, Opv), dal vaccino trivalente (contenente i tre tipi di virus selvaggio) a quello bivalente (in cui non sarà più presente il tipo 2) e all’introduzione di almeno una dose di vaccino inattivato (inactivated polio vaccine, IPV) a partire da questo mese. L’operazione di switch è imponente in quanto riguarderà circa i due terzi del mondo; con un'attenta pianificazione e un controllo approfondito, lo switch rappresenterà un grande risultato per il programma di eradicazione della poliomielite e fornirà una base per la sospensione dell’uso di tutti i vaccini Opv, dopo l'eradicazione dei polio virus di tipo 1 e 3.

 

La sospensione del vaccino OPV a livello mondiale è un passo importante perché permetterà di eliminare qualsiasi rischio di poliomielite causata da poliovirus derivati dal vaccino, che, in qualche rara occasione, possono subire modificazioni genetiche e circolare nella popolazione. Ovviamente l’Europa marginalmente coinvolta nello switch in quanto il vaccino inattivato IPV che viene somministrato per via intramuscolare trova già da tempo ampia diffusione.

 

In sintesi, nel 2016 si contano solo 10 casi di poliomielite nel mondo tutti dovuti al tipo 1. Ci aspettano ancora 15 anni di contrasto alla poliomielite per raggiungere l’obiettivo di un mondo polio free: infatti, se con il 2016 si osservasse davvero l’ultimo caso di malattia, l’agenda prevede la dichiarazione di eradicazione nel 2019, l’abolizione della vaccinazione con Opv nel 2020 e di qualsiasi vaccino nel 2025, la sospensione delle attività di sorveglianza nel 2030.

 

Risorse utili

 

Data di creazione della pagina: 21 aprile 2016

Autore: Donato Greco – Consulente Ecdc per la polio