Vaccinazioni obbligatorie e raccomandate in Europa. I risultati di Venice 2010

Una panoramica sui programmi di vaccinazione dei Paesi europei, con uno sguardo particolare agli obblighi vaccinali e alle vaccinazioni raccomandate. È quello che offre al lettore l’articolo “Mandatory and recommended vaccination in the EU, Iceland And Norway: results of the Venice 2010 survey on the ways of implementing national vaccination programmes” pubblicato su Eurosurveillance il 31 maggio 2012.
Il documento riferisce i risultati dell’indagine, condotta nel 2010 dal network Venice (Vaccine European New Integrated Collaboration Effort) in 29 Paesi (i 27 Paesi dell’Ue, più Islanda e Norvegia), relativa all’attuazione e implementazione dei programmi vaccinali nazionali, che comprendono sia vaccinazioni obbligatorie che raccomandate. Dallo studio emerge che 15 dei 29 Paesi non hanno alcuna vaccinazione obbligatoria e che gli altri 14 ne hanno almeno una all’interno del proprio programma vaccinale.
Generalmente le opinioni sull’obbligatorietà o meno delle vaccinazioni sono molto contrastanti, anche per i diversi temi etici legati alla materia. Le vaccinazioni obbligatorie sono considerate una strategia per migliorare l’adesione ai programmi di immunizzazione, tuttavia, molti dei programmi europei risultano efficaci anche se non prevedono alcun obbligo. Infatti, non sembrano esserci differenze significative nelle coperture vaccinali tra i Paesi che raccomandano o che invece rendono obbligatorie le vaccinazioni più importanti. Diversi studi hanno mostrato però che le vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari consentono di aumentare i tassi di copertura vaccinale in questo particolare gruppo di persone. D’altra parte, emerge che nonostante nei Paesi che prevedono nel proprio programma di immunizzazione sia vaccinazioni obbligatorie che raccomandate (come per esempio in Francia, Grecia, Italia e Malta) i vaccini contro pertosse, morbillo, l’Haemophilus influenzae di tipo B (Hib) non siano obbligatori, la copertura rimane comunque molto alta.
L’esempio del Veneto
In Italia, la Regione Veneto (che ha una popolazione di cinque milioni di persone) con la legge regionale n. 7 del 23 marzo 2007 ha sancito la sospensione dell’obbligo vaccinale per l’età evolutiva per tutti i nuovi nati a partire dal 1 gennaio 2008 contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B. In seguito a questa decisione, l’andamento della copertura è attentamente monitorato e un’indagine, condotta nella Regione durante il 2010 sulla coorte di nascita 2008 (prima coorte coinvolta nel cambiamento), ha mostrato un leggero declino dei tassi di copertura vaccinale per tutte la vaccinazioni per le quali c’era l’obbligo prima del 2008. Ciononostante, i livelli rimangono ben sopra l’obbiettivo del 95% fissato dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Un’attenta valutazione di questa esperienza potrebbe portare, nel tempo, a cambiamenti legislativi a livello nazionale.
In Europa, dunque, le strategie di immunizzazione spaziano da programmi nazionali che prevedono solo vaccinazioni raccomandate a programmi in cui il programma vaccinale è quasi completamente obbligatorio e sembra che i motivi che sono dietro a differenze così grandi più che evidence based siano probabilmente di tipo storico e culturale.
Risorse utili
- l’articolo originale “Mandatory and recommended vaccination in the EU, Iceland And Norway: results of the Venice 2010 survey on the ways of implementing national vaccination programmes”, pubblicato su Eurosurveillance il 31 maggio 2012
- il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) 2012-2014 (pdf 400 kb)
- l’approfondimento “Vaccinazioni, superare il divario tra obbligo e scelta: l’esempio del Veneto” di Massimo Valsecchi - Dipartimento di prevenzione, Ulss 20 di Verona
- il documento “Indagine sui determinanti del rifiuto dell’offerta vaccinale nella Regione Veneto” (pdf 1,2 kb) e il commento di Massimo Valsecchi, Leonardo Speri, Lara Simeoni, Paola Campara, Mara Brunelli (Ulss 20 Verona).